Indignazione in Belgio e non solo: un container con migliaia di pulcini era pronto a partire dall’aeroporto di Bruxelles verso Kinshasa in Congo. Tuttavia, per motivi tecnici la partenza è fallita per ben due volte, motivo per cui il container utilizzato per il trasporto con un totale di 20.000 pulcini è rimasto sull’asfalto sotto il sole cocente per tutto il fine settimana. Come riportano le agenzie di stampa belghe, l’esportatore non ha voluto riprendere il container. Inoltre, nessun altro si è sentito veramente responsabile. Al fine di porre fine alla sofferenza degli innocenti animali, si è deciso di gasarli. Ad essere comandati a commettere lo sterminio, i vigili del fuoco dell’aeroporto che si sono rifiutati di compiere il crudele lavoro. Alla fine, i colleghi della vicina caserma di Zaventem hanno eseguito l’ordine. La descrizione dell’uccisione dei pulcini non è per stomaci deboli. Si parla del sibilo del gas che segna l’inizio del massacro mentre le vittime stipate nel container sigillato strillano e lottano per respirare. Poi dopo appena due minuti tacciono. Il metodo cruento di uccisione ha sollevato obiezioni e proteste. Lo sterminio di pulcini ha fatto infuriare ed indignare i belgi che hanno definito l’operazione in stile “nazista”. Ora si è acceso il caso tra i politici in Belgio che puntano il dito contro l’esportatore ed il personale dell’aeroporto. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che si batte anche per il trattamento etico degli animali, sostiene che sia l’esportatore che i responsabile per la gestione operativa dell’aeroporto dovrebbero essere accusati di crudeltà ed andrebbero contrattaccati per vie legali.