Premio Strega 2018, dopo quindici anni vince una donna, Helena Janeczeck

Ci sono vittorie che vanno gustate, che vanno commentate un po’ a freddo, perché sennò ti fai prendere dall’entusiasmo e non analizzi bene ciò che è accaduto. Ho seguito in diretta Tv la premiazione e dato che tra i cinque finalisti tre erano donne, speravo davvero nella vittoria di una delle tre. Posto che non tutti conosciamo le tre finaliste e nemmeno tanto bene la vincitrice, dopo la proclamazione ho letto molti post su Facebook di complimenti verso la Janeczeck, saranno tutti estimatori o soltanto quelli pronti a salire sul carro del vincitore, anzi della vincitrice ?

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Helena Janeczeck ha vinto con il suo “La ragazza con la Leica”, dedicato alla fotoreporter Gerda Taro , nata a Stoccarda nel 1910 e morta nel 1936 sul fronte, durante la guerra civile spagnola. Janeczeck ne traccia un profilo appassionante e affascinante, una donna con una grande sete di libertà. Un libro emozionante e anche coraggioso, che mette al centro un personaggio che in molti non conoscevano, ma che vale la pena di approfondire. La scrittrice di origini tedesche che vive a Gallarate è apparsa un po’ timida durante la diretta dal Ninfeo di Villa Giulia e anche emozionata quando è stata proclamata vincitrice del Premio Strega 2018,72esima edizione con 196 voti,ben quindici anni dopo la vittoria di Melania Mazzucco con “Vita”, una vittoria importante che coincide con il periodo storico in cui ci troviamo, in cui si parla sempre più spesso di femminicidio, in cui si parla di violenza sulle donne, di molestie, un periodo in cui è giusto che un libro così sia arrivato in finale e alla vittoria. Bisogna anche sottolineare però che l’latra finalista Sandra Petrignani concorreva con “La corsara” ritratto di Natalia Ginzburg  e che l’altra finalista Lia Levi con “Questa sera è già domani”, narra la fuga del marito ebreo per sottrarsi ai nazisti. Tre libri, tre donne scrittrici, tre protagoniste con una forte personalità, che sia un segnale? Perché tre in finale così non accadeva da mai. I premi letterari sono amati e odiati, ma spesso ci permettono di conoscere autori di nicchia o a volte, sconosciuti ai più, Helena Janeczeck va conosciuta meglio, il suo primo lavoro risale al 1997 “Lezioni di tenebra” e poi dopo “Le rondini di Montecassino”, un’autrice particolare che è già comunque entrata nella storia. Per dovere di cronaca gli altri due finalisti erano Marco Balzano con “Resto qui” e Carlo D’Amicis con “Il gioco”.

Roberta Maiolini

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