Alla scoperta di Michele Antelli, futura stella del basket italiano

In vista degli imminenti europei di basket under 20 abbiamo incontrato Michele Antelli, giovane playmaker ex Reyer Venezia che vanta già numerose presenze in nazionale, per un’intervista esclusiva e ricca di spunti e argomenti di cui parlare. Buona lettura.

Ciao, Michele, da dove nasce l’amore per la pallacanestro?

Mi sono avvicinato alla pallacanestro quando ero molto piccolo perché mio fratello giocava e mi ha spinto a provarci. Con il passare degli anni ho giocato alla Libertas Cernusco a 10 metri da casa mia e abbiamo iniziato a raggiungere obiettivi importanti, ad esempio siamo arrivati due volte terzi alle finali nazionali, contro squadre come Reyer e Fortitudo.

Quali sono i giocatori a cui ti ispiri di più?

Io amo veder giocare i playmaker e cerco di imparare il più possibile dai migliori al mondo. Per questo in NBA seguo Paul, Curry e Teodosic mentre in Eurolega mi piacciono molto Heurtel e Pangos

Dopo le esperienze alla Reyer a Sam Vendemmiano e ad Orzinuovi, la prossima stagione giocherai a Piacenza in A2. Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?

La cosa più importante è riuscire a trovare costanza e minuti importanti per affermarmi in A2 e continuare il mio processo di crescita

Passiamo alla nazionale: un anno fa in Egitto hai vinto la medaglia d’argento al mondiale under 19. Raccontaci che esperienza è stata.

Ogni volta che mi chiedono della mia esperienza in Egitto, rispondo sempre che per ora è stata la migliore della mia vita. Abbiamo raggiunto un obiettivo del tutto inaspettato, a cui siamo giunti in corso d’opera.

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In quel gruppo c’erano molti giovani talentuosi che però faticano a trovare spazio nelle squadre di grandi livello. Il basket italiano è in crisi anche per questo?

Secondo me il movimento cestistico italiano non è in crisi ma c’è una mancanza di fiducia generale nei giovani. Le migliori nazionali europee hanno nel loro organico giovani che nei trovano minuti importanti grazie alla fiducia di allenatori e dirigenti. Bisognerebbe avere il coraggio di rischiare di più.

La nazionale maggiore sta faticando parecchio e l’era Bargagni-Belinelli-Gallinari sembra ormai conclusa. Secondo te ci giocatori di prospettiva che possono raccogliere la loro eredità?

Ce ne sono eccome a partire da Della Valle, Abass, Flaccadori passando per Nico Mannion che a soli 17 anni ha già esordito con i “grandi”. Il materiale c’è speriamo si possa raggiungere qualche risultato.

Bargnani,Belinelli, Gallinari e Datome hanno giocato in una NBA sempre più internazionale. Per un ragazzo andare a giocare oltreoceano rimane un sogno o le possibilità sono aumentate?

Io credo che possa essere più di un sogno, ormai tanti di noi vanno in America già dal college e a 17/18 anni imparano la fisicità e la tecnica giusta per giocare ad alti livelli. Secondo me tra qualche anno vedremo molti più italiani in NBA.

Il 14 luglio cominciano gli europei under 20 in Germania. Questa nazionale dove può arrivare?

Possiamo fare molto bene perché siamo un gruppo che si conosce da 5 anni e siamo prima amici che compagni di squadra. Forti dell’esperienza dell’anno scorso possiamo fare qualcosa di importante.

L’ultima domanda. Hai qualche rituale prepartita o rito scaramantico in particolare?

Io sono una persona abbastanza scaramantica ma non ho nessun rito particolare. L’unica differenza rispetto a tanti altri è che prima delle partite non voglio perdere la concentrazione quindi evito telefono, musica o qualsiasi altro apparecchio.

Lorenzo Milella

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