Sono stati rinvenuti su un altopiano della Cina, dei manufatti litici (pietra lavorata) risalenti a 2,1 milioni di anni fa, e attribuibili al genere “Homo”. Questa è una scoperta importante perché fa retrodatare la migrazione dell’uomo dall’Africa (luogo di nascita del genere umano) verso altri continenti. La località dove sono stati rinvenuti è Shangchen, nella Cina centrale, lo slittamento all’indietro della datazione della migrazione del genere umano verso altri continenti è quindi di 270.000 anni visto che in precedenza si pensasse che la migrazione fosse avvenuta all’incirca 1,8 milioni di anni fa. A identificarli e datarli è stato un gruppo di ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze, di diverse università del paese e della britannica Università di Exeter, che firmano un articolo pubblicato su “Nature”.
Quindi vengono superate le prime testimonianze manufatti ere che erano state rinvenute a Dmanisi, in Georgia dove sono stati ritrovati strumenti e ossa di Homo erectus databili a 1,85 milioni di anni fa. Finora quindi sembrava che ci fosse un enorme lasso di tempo fa la separazione di Homo da Australopithecus e la sua comparsa al di fuori del continente africano – un milione di anni circa – ma ora questo intervallo inizia a ridursi. Accanto alle pietre scheggiate, Zhaoya Zhu e colleghi hanno trovato anche resti animali, che fanno così ipotizzare che alcuni di quegli strumenti possano essere stati usati per macellarli e disossarli, anche se per una dimostrazione conclusiva di questo uso saranno necessarie ulteriori analisi sui manufatti. Il coautore dello studio,Tobin Dennell, ha dichiarato che:“La scoperta implica che è necessario riconsiderare il momento in cui i primi esseri umani hanno lasciato per la prima volta l’Africa”. A quanto pare la nostra storia non è ancora una verità inconfutabile, l’uomo si dimostra essere con le sue contraddizioni il mistero più grande di questo pianeta.
Domenico Corsetti
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