Lo Stadio Olimpico della capitale britannica, innovativa struttura che può ospitare 89.000 persone, ha fatto da teatro alla bellissima cerimonia di apertura della XXX Olimpiade della storia, dal costo esorbitante di 27 milioni di sterline. L’evento dal suggestivo titolo “Isola delle meraviglie”, ha avuto inizio con il suono della campana più grande d’Europa, dal peso di 27 tonnellate, costruita dall’antica Fonderia Whitechapel, la stessa del Big Ben. Lo stadio, interamente costruito con materiale ecosostenibile, ha assunto la forma della campagna inglese e la scena d’apertura, il vero effetto speciale e capolavoro di Danny Boyle titolato ‘Green and Pleasant’, ha visto la presenza di animali da cortile in carne e ossa: 12 cavalli, 2 mucche, 3 capre, 10 galline e 70 pecore. “Le nostre Isole della Meraviglie vogliono rendere omaggio alla creatività esuberante del genio britannico, in una cerimonia d’apertura che speriamo possa risultare imprevedibile e creativa come il popolo britannico”, ha detto Danny Boyle, regista premio Oscar per The Millioner. Le aspettative certo non sono andate disattese. Sempre in apertura di cerimonia il cortometraggio «The Arrival» in cui Daniel Craig, nei panni di James Bond, è entrato a Buckingham Palace per parlare con la regina Elisabetta II. Ed ha fatto di più Craig: l’agente segreto britannico alla fine della sequenza si è “calato” all’interno dello stadio. A quel punto è iniziato lo show vero e proprio che ha visto il coinvolgimento di 10 mila figuranti. La colonna sonora è stata mixata dagli Underworld, con i brani dei maggiori artisti d’Oltremanica. Tra gli altri i Muse, autori dell’inno olimpico «Survival», Adele, Oasis, Pink Floyd, David Bowie, Chemical Brothers, David Bowie, Radiohead, Blur, Prodigy, New Order, Duran Duran, Eurythmics, Eric Clapton, The Who, Rolling Stones, Led Zeppelin, Clash, Amy Winehouse e, naturalmente, i Beatles, con sir Paul McCartney in carne e ossa che ha chiuso la lunga cerimonia sulle note di «Hey Jude». Esaurito l’evento artistico, ha preso la parola il presidente del Comitato Olimpico Jacques Rogge per il rituale benvenuto col quale si introduce la sfilata delle nazioni. Sono circa 10.500 gli atleti in rassegna per 205 Paesi, con la Grecia che, come sempre, ha avuto il ruolo di apripista e la Gran Bretagna che ha chiuso la lunga sfilata di atleti. Divisa super tecnologica e performante, per gli azzuri, firmata Armani, con tanto di inno di Mameli ricamato all’interno. La stilista inglese Stella McCartney invece ha progettato le divise del Regno Unito, anche se pare che il suo gioco di “decostruzione” della bandiera inglese Union Jack impressa nelle divise non sia andato giù alla Regina. La squadra azzurra, dietro alla portabandiera Valentina Vezzali, ha visto sfilare sei campioni olimpici: Sensini, Cammarelle, Quintavalle, Cassarà, Di Mario e Gigli e due campioni olimpici come tecnici che sono Campagna e Cerioni. Subito dopo il microfono è passato al presidente del Comitato Organizzatore Sebastian Coe, quindi alla regina Elisabetta, col suo classico tailleur color pesca, per la proclamazione dell’apertura dei Giochi e con il successivo giuramento olimpico e la bandiera a cinque cerchi issata sulle note dell’inno ufficiale. L’ultimo atto è stato l’accensione del braciere. Steve Redgrave ha portato la torcia olimpica all’interno dello stadio e l’ha poi consegnata ai sette ragazzi, scelti per rappresentare le speranze britanniche per le future Olimpiadi. A loro si sono poi uniti sette “eroi” del Regno Unito. Sette torce hanno innescato uno spettacolare meccanismo composto da decine di piccole fiaccole che, alzandosi in cielo, hanno creato il braciere olimpico. La fiaccola è partita da Olimpia lo scorso 10 maggio ed arrivata allo stadio portata a bordo di un motoscafo da David Beckam. La torcia, una volta giunta allo stadio, ha percorso 12.875 chilometri in 70 giorni, passando anche davanti al castello dov’è stata ambientata la saga di Harry Potter. Gianluca Rubeo