Il mito di Marilyn, la donna che si nasconde dietro il sogno

Il mito dei miti, a cinquanta anni dalla sua scomparsa, in una misteriosa notte di agosto del 1962, quando il corpo di Marilyn Monroe, la donna più bella del mondo, icona del novecento, incarnazione dell’ideale femminile, diva totale, fu trovato senza vita nella stanza da letto della sua casa di Brentwood, a Los Angeles, senza vestiti e con la mano sulla cornetta del telefono. Probabile suicidio, overdose di barbiturici, e cinquant’anni di ipotesi su cosa sia veramente accaduto quella notte in quella stanza. Oggi come ieri, vive e si nutre ancora della scena mediatica, Marilyn Monroe. I tempi moderni sono racchiusi nel fascino, nella bellezza, nella fama, nella seduzione, ma anche
nella paura, nella solitudine, e nell’angoscia di questa intramontabile icona del XX secolo. Cinquant’anni dopo Lawrence Schiller, fotografo che ha immortalato le donne più belle di sempre, apre i suoi archivi e propone foto inedite che saranno visibili in “Marilyn & Me” presso la Steven Kasher Gallery di New York. Il cinema la celebra con un film a lei dedicato che riporta il mito alla donna fragile, con un messaggio chiaro alle nuove generazioni per far comprendere che dietro al sogno vive la donna, che quel mito è fatto della stessa materia di cui sono fatti i sogni. Con i versi, con le parole, scritte nero su bianco, dalla donna fragile, debole ed insicura, Norma Jean Baker, entriamo nell’anima di una grande protagonista dei frammenti dei tempi moderni, comprendiamo quanta passione, vita, emozione, ma anche quanta timidezza, sfiducia, pessimismo ha pervaso l’animo della donna che si nasconde dietro il sogno. Gianluca Rubeo

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