Vivere l’esperienza sensoriale, viscerale, intima e fantastica di essere spettatore e attore di uno spettacolo che non vedi, ma che vivi intensamente e direttamente è un percorso interiore che fa bene al cuore. Trend&Moda ha assistito al Gigante egoista, di Oscar Wilde, portato in scena, a scopo benefico, da un gruppo di attori e animatori liturgici di una parrocchia nel cuore dell’Abruzzo montano. Si tratta di uno spettacolo di narrazione e suggestioni sensoriali, con canzoni, suoni, odori e sapori. Sette attori, un musicista ed un piccolo gruppo di spettatori, perché questo tipo di spettacolo non vuole essere una celebrazione degli attori bensì degli spettatori, che diventano i protagonisti di tutto il percorso. Gli attori diventano semplicemente uno strumento attraverso il quale il pubblico si mette in scena. Chi di noi ha studiato Oscar Wilde a scuola difficilmente ne ha sentito parlare anche come di uno scrittore di favole per bambini: “Il ritratto di Dorian Gray”, “L’importanza di chiamarsi Ernesto” o il “De Profundis” sono in genere i primi suoi titoli che ci tornano alla mente. Proviamo a metterli da parte, e parliamo de “Il gigante egoista”. Il racconto, scritto da un “empio”, è capace di filtrare ai bambini il senso del divino attraverso una storiella semplice, lineare e suggestiva, con un improvviso finale a sorpresa, commovente e paradisiaco. Un racconto di luce, di speranza, in cui Oscar Wilde ha voluto, attraverso la leggerezza di una fiaba, porre l’accento sulla necessità di credere in un messaggio rassicurante a cui aderire con gesti d’amore per aiutare il nostro mondo ad essere migliore. A tutti voi consigliamo di vivere questa bellissima esperienza. Gianluca Rubeo