L’alta cucina, i piatti grand gourmet e gli chef stellati, che sembrano star di Hollywood, continuano ad invadere la programmazione televisiva e cinematografica riscuotendo sempre un importante successo e un crescente interesse da parte del pubblico. Il regista Daniel Cohen non ha mancato la golosa occasione e ha scritto e cucinato la ricetta di “Chef”, una divertente, raffinata, sfiziosa commedia, dalla impeccabile mise en place. La prelibatezza degli ingredienti, la magistrale lavorazione, l’attenzione negli accostamenti cromatici e nella presentazione ne fanno un piatto appetitoso costruito attorno al desiderio dell’uomo comune di diventare qualcuno, con una puntigliosa e ironica descrizione di un approccio reverenziale alla cucina, che fa da sfondo a humour, romanticismo e rapporti umani. Jean Reno è Alexandre Lagarde, un famosissimo chef che va in televisione, non perde una stella da vent’anni, ma, troppo preso dal lavoro, dalla fama e dai suoi fornelli, trascura la figlia al punto da sapere poco della sua vita e del suo corso di laurea. Michaël Youn è Jacky Bonnot, il più grande esegeta di Lagarde, che viene licenziato da ogni lavoro di cuoco perché troppo zelante, non riuscendo in questo modo a dare sicurezza alla bella moglie incinta. L’incontro dei due non rappresenterà certo un amore a prima vista. Sarà una combinazione di ingredienti insolita e complessa ma piuttosto divertente. Youn è il classico esuberante così sicuro di sé da risultare invincibile, mentre Reno é bravo nel recitare la parte dell’orso dal cuore díoro. La cattiva del film? La cucina molecolare. Gianluca Rubeo