Prima e Seconda Repubblica, nei loro anni conclusivi, e dico conclusivi perché è palese che ci stiamo avvicinando alla fine di questo periodo repubblicano, speriamo in meglio, sono state anche esempi di grande fallimento. Vediamo alcuni punti che le riguardano: il periodo degli anni di piombo, i presunti intrighi perpetrati da Andreotti, la questione Craxi, ecc, per la Prima; la profonda destabilizzazione politica successiva al processo di Mani Pulite, il prosieguo della trattativa Stato-Mafia, già iniziata negli ultimi anni della Prima Repubblica, il proliferare di conflitti di interesse e inciuci, ecc, per la Seconda. Tutti questi “eccetera” sono necessari perché l’obiettivo non è quello di riportare gli eventi accaduti dal 1946 a oggi, piuttosto è sottolineare il seguente punto: nella Prima Repubblica, a dispetto dei disordini insiti in quei decenni della storia del nostro Paese, la reazione ai vari problemi fu anche la nascita di molte figure capaci. È facile fare i nomi dei soliti Enrico Berlinguer, Aldo Moro, Giorgio Almirante, Luigi Einaudi, Alcide De Gasperi. Nomi “soliti”, tanto “scontati” che se uno provasse a cercarne di pari merito nella Seconda Repubblica non ci riuscirebbe manco a pagare. Gli ultimi 24 anni hanno portato ad una situazione caotica in cui non si vedono statisti, ma anzi rappresentanti spesso imbarazzanti di varie fazioni politiche, molte delle quali caratterizzate da una profonda crisi anche per la fine delle vecchie ideologie. Pensiamo all’attuale campagna elettorale: una guerra di purezza del sangue, di promesse, di “soluzioni” spesso semplicistiche a problemi estremamente complessi. Viviamo un momento in cui veramente abbiamo bisogno di grandi figure nelle istituzioni, grandi non solo per carica acquisita, notorietà e seguito. Senza questo, la fine della Seconda Repubblica sarà altrimenti un preludio ad un ulteriore fallimento, una grossa “orchestra del Titanic”. Ma infondo ridiamoci su, perché potrebbe andar peggio: potrebbe piovere. Massimiliano Di Paolo