Dalla Norvegia arriva Svart, hotel ecologico a impatto zero. Rivoluzione in vista?

In un’epoca d’innovazioni come quella attuale, forse, siamo troppo abituati a non prestare attenzione a progetti innovati che, invece, la meriterebbero. Le cause possono essere le più disparate, certamente, ma quando porgiamo lo sguardo a temi di carattere ambientale, le prime, inevitabili, considerazioni che ci si pongono davanti agli occhi sono quelle rivolte ai risvolti positivi di cui il pianeta potrebbe giovarsi in termini di riduzione dell’inquinamento o dello sfruttamento delle risorse naturali. Ecco perché, alla luce di queste possibili motivazioni dovremmo soffermarci a analizzare la novità che arriva dalla Norvegia, più precisamente dai piedi del ghiacciaio Svartisen, al di sopra del circolo polare artico. È qui che lo studio di architettura “Snøhetta” ha progettato il primo  Hotel a “impatto zero”, ovvero con bilancio energetico positivo. L’hotel si chiamerà Svart e ha l’obiettivo di rispettare lo standard “Poerhouse”, quello relativo alla sostenibilità totale per gli edifici. La struttura, nell’arco di 60 anni, dovrà essere in grado di ripagare tutte le spese sostenute per costruirlo, dai materiali alla forza lavoro.

Per riuscire nel compito i progettisti hanno sviluppato caratteristiche particolari e necessarie, per mezzo delle quali ottenere un abbattimento dei costi; si passa, quindi, dall’attenzione alla disposizione delle stanze rispetto alla luce solare nell’arco della giornata allo sfruttamento dell’energia geotermica e dei pannelli solari. Uno dei partner di Snøhetta, Kjetil Trædal Thorsen, ha rilasciato delle dichiarazioni alla testata Fast Comany atte a dimostrare, anche, lo scopo etico di questa iniziativa: “Ci sono chiari obblighi nei confronti della conservazione della bellezza naturale, della fauna e della flora del posto”.

Il nome dell’albergo, Svart, va a richiamare proprio l’ambiente in cui è stato costruito. I progettisti, infatti, hanno lasciato intendere di aver preso spunto per la progettazione della struttura da una costruzione della zona, utilizzata per essiccare il pesce: la fiskehjell e la rourbe, una palafitta sfruttata per lo più nel periodo estivo. Vedere un albergo che si issa al di sopra di un bacino d’acqua non è cosa di tutti i giorni. Si presume che lo stesso sarà realizzato a parteire 2019, mentre si spera di tagliare il nastro della fine dei lavori per il 2021. Per poterlo visitare e pernottarvi sarà indispensabile recarvisi solo mediante una imbarcazione – ovviamente anche questa a emissione zero. Fascino, bellezza e rispetto della natura: il futuro che tutti noi ci auguriamo.

Domenico Corsetti

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