Un euro per ogni cassa di mandarini raccolta. Tanto veniva retribuito a una decina di braccianti che, in condizioni di schiavitù, lavoravano nei campi nei pressi di Montegiordano, in provincia di Cosenza. Abbiamo volontariamente usato la parola schiavitù poichè perfettamente calzante con il caso individuato dalla locale Guardia di Finanza e perchè quando la fatica e la dignità di un individuo vengono svilite e umiliate con retribuzione così misere, a dispetto delle ore di lavoro svolto in condizioni semi-proibitive, difficilmente si è in presenza di una fattispecie diversa. Le fiamme gialle hanno arrestato una persona e ne hanno denunciate altre sei al termine di indagini partite diversi mesi addietro. Inoltre, sono stati fermati due veicoli che, si sospetta, possano esplicare la propria attività lavorativa al confine con la Basilicata servendosi di immigrati senza regolare permesso di soggiorno e, in alcuni casi, anche privi di documenti di riconoscimento. I titolari delle realtà agricole coinvolte nell’inchiesta e una donna rumena dovranno rispondere di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Sfruttamento e capolarato a piede libero, quindi.