Sono anni ormai che l’industria automobilistica si prepara a lanciare sul mercato le alternative a benzina e pistoni, eppure oggi dell’elettrico, tutto possiamo dire, fuorché che si tratti di una rivoluzione. Certo è giusto cercare delle alternative al petrolio, anche fosse solo per un discorso legato all’inquinamento, ma a mio avviso prima che le auto elettriche soppiantino quelle tradizionali, passerà ancora molto.
I punti di forza e i suoi limiti tecnologici
Il problema di fondo è prettamente tecnologico, anche perché se la tecnologia fosse pronta, l’umanità avrebbe già abbandonato da tempo il combustibile fossile in favore dell’elettrico. Perché diciamolo chiaramente, un motore elettrico è di gran lunga più versatile di uno a combustione. Basta vedere di cosa sono capaci i droni, con i loro motori controllati elettronicamente: riescono a sincronizzarsi in volo con una precisione spaventosa, a far fronte in maniera autonoma quasi a qualsiasi tipo di evento atmosferico e controbilanciare, tramite accelerometri e decine di altri sensori, la traiettoria in volo. Si tratta di una tecnologia che sembra di derivazione aliena per quanto è riuscita a perfezionarsi negli ultimi anni. Eppure il problema principale dell’elettrico è che la tecnologia non è ancora in grado di fornire energia a sufficienza a questo genere di mezzi. Tradotto significa che: finché gli scienziati non troveranno batterie più capienti, veloci da ricaricare e meno costose da produrre, l’elettrico non verrà adottato nella produzione di massa.
Piccoli/grandi problemi
Purtroppo esistono tanti problemi, più o meno importanti, a cui ancora non si trova una soluzione. Vi faccio qualche esempio. Il riscaldamento nelle auto elettriche è…elettrico. Ciò significa che dietro le bocchette ci sono delle resistenze che scaldano l’aria, come nei phon che usiamo per asciugare i capelli. Molti di voi sosterranno che per l’utente finale questo non faccia alcuna differenza, beh non proprio, perché riscaldare con questo sistema consuma tantissimo! Questo significa che, nel caso in cui si abiti in zone non proprio calde, potrebbe rappresentare un problema di non poco conto. Se la mia auto ha un’autonomia di 80 km, potrei vederla ridotta a 30 se durante il viaggio sono costretto ad accendere i riscaldamenti. L’alternativa potrebbe essere fare un viaggio senza riscaldamenti oppure, cosa ancora più paradossale, trovarsi costretti ad abbassare la temperatura dell’abitacolo per poter arrivare a destinazione. Un altro esempio? Ammettiamo che io non abbia un garage dove rimettere l’auto e sia costretto a lasciarla in strada. Sappiamo tutti che con il freddo le batterie perdono capacità di fornire energia. A chi non è capitato che nonostante la batteria del proprio smartphone fosse ad un livello ragionevole, con il freddo gli si sia spento in mano all’improvviso? Quindi potrei soffrire una drastica riduzione della resa della batteria in base alle condizioni metereologiche; prendere l’autostrada con il 30% di batteria e poi, improvvisamente, ritrovarmi con l’auto spenta, Dio non voglia, in corsia di sorpasso. Ma gli stessi problemi li avremmo con il caldo. Un condizionatore sposta sul rendimento dell’auto a combustione circa un 5-10%, nell’elettrico invece consumerebbe moltissima energia! A conti fatti con l’auto elettrica, ad oggi, potrei ritrovarmi a compiere viaggi freddi d’inverno e caldi d’estate. Oppure immaginiamo di viaggiare di notte, le luci abbaglianti potrebbero far scendere la carica della batteria in breve tempo, e allora l’auto cosa farà per garantire una certa autonomia? Abbasserà la luminosità dei fari, come succede oggi con il display dello smartphone quando entra in risparmio energetico? Queste eventualità in un’auto a combustione non sono contemplate. Se io ho dieci litri di benzina nel serbatoio, faccio più o meno sempre lo stesso numero di chilometri, sia con il motore nuovo che vecchio. Nei nostri smartphone, invece, la batteria già dopo un anno perde moltissimo la sua resa. A questo punto la domanda è lecita: quanto può costare un nuovo pacco batterie, migliaia di volte più potente/capiente di quello del nostro smartphone, se queste ultime costano dai 30 ai 50 €? Ma anche la ricarica può diventare un problema. Normalmente io potrei caricare la mia auto dalla presa elettrica, lasciandola collegata tutta la notte poiché una carica completa richiede circa 5 ore. Ma se ho bisogno di ricaricare in viaggio? Calcolate che ad oggi le stazioni di ricarica sono ancora più lente di quelle domestiche, tant’è vero che i produttori di auto elettriche hanno delle app che ti avvisano quando la tua auto è carica, poiché immaginano che tu nel frattempo possa fare tante (tantissime) altre cose. È evidente che questo sia un enorme problema nel mondo di oggi, così frenetico che bastano due persone in fila al distributore per farci tirare dritti fino a quello successivo. Per non parlare che in commercio esistono almeno cinque tipi diversi di connettori di ricarica. Certo questi sono problemi superabili, perché basterà trovare uno standard, ma se torniamo di nuovo a fare un paragone con il mondo degli smartphone capiamo bene che, nonostante tutte le standardizzazioni del caso, ancora oggi esistono connettori ed adattatori di ogni genere e tipo, che tengono in piedi un mercato dell’accessoristica (forse voluto) di dimensioni spaventose.
A questo punto qualcuno obietterà: sì, ma allora la Tesla…
E qui tocchiamo un punto dolente. La Tesla può essere considerata l’iPhone delle auto, ma proprio come le cose progettate a Cupertino, costa anche tantissimo. Le ultime batterie usate dalla Tesla assicurano autonomie quasi di 500 km, ma costano 10.000 di più rispetto al costo, già molto elevato, di un modello standard. Ma non è solo una questione di soldi, un’altra cosa che nessuno dice mai è il fatto che un pacco batterie della Tesla (la model S per esempio) arriva a pesare fino a 600 kg. Sapete cosa significa? Che è come portare altre 8 persone in auto con voi, e che la vostra berlina pesi come un suv. E poi un’ultima considerazione: Falcon Heavy, l’ultimo missile lanciato in orbita da Space X, la società aerospaziale di cui Elon Musk è fondatore, per portare nello spazio una Tesla ha usato tonnellate di cherosene, altro che batterie!
E l’ambiente?
I più maliziosi sostengono che per produrre corrente per le macchine elettriche serva comunque il petrolio. Questa, ammettiamola, è una visione un po’ troppo semplicistica della cosa, anche perché come abbiamo già detto un motore a combustione ha una resa pari a solo 35%, il resto viene disperso in attriti e calore. Però bisogna dire che nemmeno produrre batterie è una pratica tanto “green”. Oltre ai leciti dubbi sull’esistenza di scorte di litio nel mondo sufficienti ad un mercato di massa, e sulle modalità di estrazione del prezioso metallo dalle rarissime miniere, uno studio commissionato dall’Istituto di ricerca ambientale svedese IVL, all’interno di uno studio commissionato dall’associazione dei trasporti nazionale e la Swedish Energy Agency, ha rivelato che per la produzione di una singola batteria per auto si producano circa 17,5 tonnellate di diossido di carbonio. Quindi a conti fatti, in confronto alle auto tradizionali, servirebbero almeno 8 anni di guida elettrica per equiparare il diossido prodotto solo per creare una batteria, che poi però, dopo tot cicli di ricarica, andrebbe anche smaltita (e sono altamente inquinanti) e prodotta di nuovo.
Soluzioni?
Ormai è palese che non si può più andare avanti con le auto a combustione. L’elettrico ad esempio può andare benissimo nei cicli urbani e quindi nelle città ma c’è ancora molto da fare affinché questo sistema diventi una vera e propria alternativa. Di certo la strada da perseguire è sicuramente quella della ricerca, anche perché come abbiamo visto con il diesel-gate, ormai lo sviluppo delle auto a combustibili fossili è arrivato al capolinea, visto che per dover rispettare i sempre più restringenti parametri antinquinamento, le aziende sono dovute ricorrere a taroccarne i test. Ma è anche vero che se la tecnologia delle batterie non si allineerà al passo della richiesta di energia delle auto elettriche, queste rimarranno un fenomeno di nicchia e questa tanto attesa rivoluzione elettrica, non decollerà mai.