Il renziano perde il voto ma non il vizio: asini, aquiloni e temporali

Dopo la sconfitta subita alle elezioni del 4 marzo, dal Partito Democratico ci si aspetta un po’ da tutti i fronti una prova di maturità abbastanza scontata: far tesoro del “senno di poi” e provare pian piano a ricostruire il consenso largamente perduto a causa di una politica poco azzeccata di gestione del partito e degli interessi dei cittadini. Il problema è che gli asini non volano ed i renziani si ostinano a “lanciarsi nel vuoto” come niente fosse.. che poi un asino questo mica lo farebbe, quindi mi scuso con la categoria. Dopo le parole pronunciate lunedì dallo statista di Rignano, roba che nemmeno un “John Kennedy” arrivato decimo su undici in una gara di sosia del famoso presidente americano, il PD più vicino a Renzi ha chiuso ad ogni possibile alleanza col Movimento Cinque Stelle. L’atteggiamento è coerente visti i diversissimi programmi presentati, i toni usati tra le due parti durante la campagna elettorale e lo slogan “il popolo ha deciso che dobbiamo stare all’opposizione, quindi i grillini si assumano la responsabilità di formare un governo”. È giusto, ma perché nelle loro lezioni di morale politica mancano di fare riferimento alla legge elettorale che loro stessi hanno scritto, e imposto, e che rende impossibile non siglare alleanze innaturali?! Non lo fanno perché dovrebbero ammettere almeno una colpa, invece preferiscono “lanciarsi nel vuoto”.. ma questo l’ho già detto. Come non menzionare poi le parole che Matteo Richetti, durante l’ultima puntata di Piazza Pulita, ha pronunciato anche in risposta ad un servizio di Salvatore Gulisano? Nel servizio sono presenti dei commenti molto sfacciati di alcuni grillini nei confronti del PD, ed ecco cosa ha affermato il portavoce del Partito Democratico: “La politica si fa anche con il rispetto, con il dialogo. […] Bisogna imparare a stare al mondo”. Ma la sua lezione fatica a passare per motivi come questo: la fake news diffusa da alcuni renziani, e smascherata da Il Fatto Quotidiano, su presunte file di sostenitori del M5S che, agli sportelli del caf di Giovinazzo (e non solo), avrebbero chiesto di già il documento per ottenere il reddito di cittadinanza; un mezzo per sbeffeggiare il popolo pentastellato assieme alla sua classe dirigente. Si potrebbe continuare con altri esempi, ma quanto detto fin qui è sufficiente per mettere un “eccetera”. In questi giorni post-voto, mentre si fa chiara la necessità di un atteggiamento collaborativo e di un clima disteso, è sempre più evidente l’incedere del contrario. Dov’è quindi il rispetto? Dov’è il dialogo? Sembra di vedere bambini che si fanno dei dispetti, mentre giocano con gli aquiloni e imperversa un temporale. Poi ci siamo noi, tutti noi altri, che continuiamo a sperare ancora una volta in una maturità non sbocciata, in un contesto dove l’ipocrisia non volge al tramonto. Einstein aveva proprio ragione ad affermare che “la follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”, e mentre noi ci ostiniamo a dirci il contrario, oltre che folli, sembriamo anche un po’ ingenui. Massimiliano Di Paolo

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