Cesare Battisti è uno dei simboli degli anni più sanguinosi che l’Italia abbia visto dal dopoguerra. Ex militante dei Proletari Armati per il comunismo, è stato condannato in Italia per quattro omicidi negli anni ’70 con la pena dell’ergastolo. La prima vittima che gli viene attribuita è Antonio Santoro, maresciallo della polizia penitenziaria, ucciso il 6 giugno 1978 a Udine. La seconda, nel febbraio del 1979, fu il gioielliere milanese Pierluigi Torregiani, che un mese prima aveva ucciso un ladro nel corso di una tentata rapina. La terza, poche ore più tardi, fu il macellaio di Mestre Lino Sabbadin, anche lui protagonista di un tentativo di resistenza a una rapina, a cui va ad aggiungersi il figlio di Torreggiani, che rimase ferito nella sparatoria e condannato a vita su una sedia a rotelle. L’ultimo omicidio è datato 19 aprile 1979: la vittima è un agente della Digos, Andrea Campagna. E’ bene ricordare questi nomi quando si parla di Battisti, un uomo che continua a proclamarsi innocente ma che dal 1981 ha vissuto nella latitanza, coperto anche dalla Francia, dove era fuggito. E’ stata infatti la stessa Francia, messa alle strette, ad aver contribuito alla fuga di Battisti in Brasile, dove fino ad ora ha vissuto nell’impunità più assoluta. Alla richiesta dell’estradizione italiana, un tribunale acconsentì ma l’allora presidente della Repubblica Lula annullò con un decreto quella sentenza dichiarando Battisti un rifugiato.
Finalmente però i parenti delle vittime hanno di nuovo la speranza di vedere l’omicida dei loro familiari dietro le sbarre, come le varie sentenze hanno stabilito. Infatti la procuratrice Raquel Dodge ha firmato un documento; un parere poi inviato al Supremo Tribunale Federale (Stf) in cui stabilisce che la decisione in merito deve essere esclusivamente del presidente della Repubblica. In parole povere ha smentito le tesi della difesa, la quale, dopo l’arresto di Battisti alla frontiera con la Bolivia con 6 mila dollari e 1300 euro, affermava che l’ex terrorista non poteva essere estradato in quanto il decreto dell’ex presidente della Repubblica Lula da Silva era immodificabile. Con questo documento si sancisce invece che l’attuale presidente Temer, che si era già espresso a favore dell’estradizione di Battisti con la stampa, può rivedere quella decisione. Ma prima di questo passaggio dovrà pronunciarsi il Supremo Tribunale Federale, presieduto da Luiz Fux (che già al tempo di Lula accordò l’estradizione). Nessuna udienza è stata ancora fissata. Insomma ci sono tutti gli elementi affinché un terrorista e un assassino possa finalmente scontare la sua pena, come è giusto che sia!
Domenico Corsetti