Buon compleanno Van Gogh: tra leggende e stranezze ecco 5 miti da sfatare

Vincent Van Gogh è nato esattamente 165 anni fa. Praticamente sconosciuto in vita, dopo la morte è diventato, nella cultura popolare, l’artista geniale e tormentato per antonomasia, a tal punto che è difficile ormai separare la leggenda di Van Gogh dall’uomo e dall’artista che è stato. Perciò, in occasione del suo compleanno, proponiamo 5 falsi miti che, involontariamente, continuiamo ancora oggi a perpetuare sulla persona, la vita e le opere di Vincent Van Gogh.

 

  1. Van Gogh si è tagliato l’orecchio per amore: falso

Uno degli episodi che ha più contribuito alla fama di artista folle di Van Gogh è il violento gesto di autolesionismo che si inflisse la sera del 23 dicembre 1888: preso un rasoio, si tagliò un orecchio, per poi avvolgerlo in un foglio di giornale e consegnarlo a una donna – forse una prostituta, o, come indicano ricerche più recenti, una semplice cameriera che lavorava in un bordello. Fu proprio questo dettaglio, distorto dalla biografia romanzata Brama di Vivere di Irving Stone, a indurre molti a pensare che il gesto di Van Gogh fosse stato un raptus di passione… ma non è così.

Quello che sappiamo è che il taglio dell’orecchio è stato una manifestazione della tendenza di Van Gogh all’autolesionismo, dovuta ai suoi disturbi mentali, che – purtroppo – diciannove mesi dopo riemerse in modo ben più grave, con il gesto estremo del suicidio. Ma che cosa, precisamente, ha scatenato la crisi che ha portato Van Gogh a tagliarsi l’orecchio sinistro?

Non lo sapremo mai. L’ipotesi più accreditata, finora, è quella di un violento litigio con l’amico e convivente, anche lui celebre artista, Paul Gauguin. Ma questa è solo una parte della storia: degli studi più recenti suggeriscono che l’evento che ha spinto Van Gogh a reagire alla rabbia e alla disperazione in un modo così tragico sia stato la lettura di una missiva da parte dell’adorato fratello Theo, ricevuta da Vincent proprio il giorno della lite con Gauguin. In questa lettera, Theo gli annunciava di essersi finalmente fidanzato e di essere intenzionato a sposarsi. Vincent cadde nella disperazione più nera: temeva di perdere in questo modo il suo più caro amico e anche il suo supporto economico, che gli permetteva di vivere come un artista a tempo pieno. Sembra che sia stato questo il motivo scatenante del gesto distruttivo di Van Gogh.

 

  1. Van Gogh assumeva droghe e alcol mentre dipingeva: falso

Questo falso mito è sicuramente legato allo stereotipo del genio visionario che produce la sua arte in preda ai fumi dell’alcol e della droga, oppure all’inconfondibile stile di Van Gogh, che è stato definito talvolta “psichedelico” o “allucinatorio”. Tuttavia, è un mito semplice da debunkare: è stato Vincent stesso a scrivere a Theo che dipingere gli richiedeva molta concentrazione e che a volte si concedeva un drink solo a lavoro ultimato, per stemperare lo stress. In conclusione, l’alcol non ha mai influenzato la sua creatività, ma non possiamo negare che a Van Gogh piacesse bere.

 

  1. Van Gogh mangiava la vernice gialla perché la associava alla felicità: falso

Una leggenda ricorrente, specie su internet, sostiene che “Van Gogh era solito mangiare la vernice gialla, perché era convinto che avrebbe portato la felicità dentro di lui”. Poetico, vero? Peccato che sia falso.

Le annotazioni del medico di Vincent, il dottor Peyron, rivelano che Van Gogh voleva avvelenarsi ingerendo trementina e vernice: purtroppo, anche in questo caso l’intento autolesionistico di Van Gogh è tristemente chiaro. E da nessuna parte è menzionata la vernice gialla.

 

  1. Van Gogh ha venduto solo due dipinti quando era ancora vivo: falso

Non sappiamo di preciso quanti dipinti Van Gogh è riuscito a vendere nel corso della sua vita, ma sicuramente ne ha venduti più di due. Suo zio, un mercante d’arte, gliene commissionò diciannove. Inoltre, spesso Van Gogh faceva scambi di dipinti con altri artisti: in questo senso, ne vendette parecchi nella sua vita.

 

  1. Van Gogh era un genio perché era mentalmente disturbato: falso

La malattia non ha stimolato il suo talento, al contrario. Piuttosto che ispirare la sua arte, i disturbi mentali gli impedivano di dipingere come avrebbe voluto: lo afferma lo stesso Van Gogh, nelle lettere a Theo. Se Vincent non fosse stato tormentato dai disturbi mentali, avrebbe vissuto meglio e più a lungo, e sicuramente avrebbe dipinto più agevolmente. Inoltre, se non avesse prematuramente posto fine alla sua vita a causa della sua depressione, chissà quanti altri capolavori avrebbe potuto dipingere…

 

Francesca Trinchini

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