Sono passati 106 anni da quando il Titanic è affondò nelle gelide acque dell’Atlantico. Quella notte, nella sua drammaticità, segnò l’ingresso nella storia del transatlantico salpato da Southampton, considerato, prima della partenza, inaffondabile. Per alcuni aspetti, però, gli avvenimenti di quella notte sono ancora avvolti nel mistero. La versione ufficiale è chiara: difetti nella costruzione del timone, negligenze, eccessiva velocità di crociera e la collisione con un iceberg. Ma negli anni le teorie sulla sua fine sono state molteplici. In pochi sanno che la compagnia che costruì il Titanic sviluppò anche una nave “sorella”, l’Olympic, varata prima del Titanic e che, in qualche modo, fu anticipatrice di sventure. Infatti, ebbe a sua volta ebbe una collisione nelle acque di Portsmouth (Inghilterra) con l’incrociatore Hawke. La seconda nave più grande del mondo (45,124 tonnellate contro le 46,328 del Titanic, anch’esso appartenente alla White Star) uscì dall’impatto con un buco di 40 piedi nello scafo e fu costretta a tornare indietro (tra i circa tremila passeggeri non ci sono feriti). Quindi la Compagnia che era alla disperata ricerca di record varò le due più grandi navi del mondo, le quali, però, ebbero entrambe cattiva sorte.
Il Titanic imbarcava, secondo la Reuter, 350 persone in prima classe,305 in seconda classe e 800 in terza classe, più ovviamente l’intero equipaggio. Per sfamare queste persone furono imbarcati per il primo viaggio da Southampton a New York, 73.000 libbre di carne fresca, 11.000 libbre di pesce fresco, 5.000 libbre di burro, 2.500 libbre di salsicce, 10.000 libbre di zucchero, 40.000 uova, 40 tonnellate di patate. Erano presenti molti illustri personaggi a bordo come: il milionario statunitense John Jacob Astor IV (ricchezza stimata in 30 milioni di dollari), l’industriale Benjamin Guggenheim (19 milioni), Isidor Straus, padrone dei magazzini Macy’s di New York (10 milioni), Alfred Vanderbilt (15), George D. Widener (10), Archie Butt, aiutante militare del presidente americano William Howard Taft, gli scrittori Jacques Futrelle e W. T. Stead, l’artista Francis Mille. Il transatlantico costò 1,5 milioni di sterline. La Compagnia lo assicurò per 730.000 sterline presso i Lloyds di Londra. Curioso anche il fatto che al timone del Titanic per quel viaggio era presente lo stesso Capitano della collisione che coinvolse l’Olympic, ovvero il Capitano Edward John Smith, uno dei migliori navigatori di quell’epoca. Il resto è storia, il 14 Aprile a 400 miglia a sudest della costa di Cape Race (isola di Newfoundland, Canada), il supertransatlantico Titanic, salpato il 10 aprile da Southampton per il suo primo viaggio verso New York, si scontrò con un enorme iceberg. I morti (i numeri cambiano a seconda delle versioni) furono 1517 i sopravvissuti 706.
Su questo viaggio, su questa nave si è parlato molto negli anni, anche per via del colossal cinematografico sulla sciagura, che portò diversi Oscar e un record di incassi. Diversi complottisti hanno parlato di una messa in scena; la più accreditata è che quella secondo la quale sul fondale non sarebbe addormentato il Titanic ma l’Olympic, già danneggiata, fatta affondare di proposito per intascare il premio assicurativo stilato sulla nave gemella. Un’altra versione fu raccontata da un passeggero italiano, Raimondo Vitillo, a cui nessuno ha mai voluto dare retta, che scrisse anche tre volte all’ambasciata riportando le seguenti parole: “Il Titanic non è affondato per la collisione con un iceberg nella notte tra il 14 e 15 aprile 1912 ma perché è stato speronato da un piroscafo che batteva bandiera olandese o svedese”, disse che era sul ponte a prendere aria quando ci fu la collisione e vide il piroscafo allontanarsi. Forse la verità non si saprà mai, ma di sicuro la legenda “triste” del Titanic non verrà mai dimenticata.
Domenico Corsetti