Auto-tune o non auto-tune? Questo il dilemma della quarta puntata del serale di Amici che ha incollato i telespettatori di tutt’Italia fino all’una di notte inoltrata. Tutto è iniziato la scorsa puntata: Biondo, cantante della squadra bianca, decide di cantare i suoi pezzi con l’auto-tune. Per chi non lo sapesse è uno strumento digitale in grado di modificare la voce rendendola più metallica e di regolare l’intonazione. Una richiesta che però è stata al centro di critiche durante tutta la settimana da parte della commissione esterna del programma, a partire dalla ballerina Heather Parisi, da sempre sostenitrice del fatto che “non puoi cantare con l’auto-tune perché sei in una gara” alla showgilr Simona Ventura, sostenitrice invece del cantante romano. Un cantante portatore del cosidetto stile Trap ed RnB. E direttamente dagli Stati Uniti sulla questione auto-tune interviene Fedez sostenendo che l’uso di questo strumento non implichi una differenza nella gara tra i ragazzi, perché già portato a Sanremo e valutato regolare. Due ore di questi quesiti, tra un De Martino che fa le prove di canto per verificare lo strumento digitale e un Ermal Meta che, seppur assente, fa sentire la sua idea di musica come arte. Ora mi chiedo: aldilà che Biondo è bravo, che porta uno stile che magari è apprezzato solo dalle ultime generazioni e che magari non sarà il massimo dell’intonazione rispetto ad altri artisti, cosa ne penseranno i vecchi amici di Maria, delle prime edizioni, che si dovevano sfidare anche sui singoli accenti di dizione senza avere questi strumenti a loro disposizione? Che Amici sia la festa del talento, dei balli e delle canzoni. E dell’autoironia di Emma che non si è fatta scoraggiare da un disco che non è primo in classifica o da tutti i suoi ex presenti in studio. Ah, dimenticavo. Viva l’auto-tune.