Sin dalla metà del 1800, quando la prima rivoluzione industriale iniziò ad animare lo sviluppo di alcuni settori, l’uomo si è sempre dovuto scontrare con i soprusi fatti da chi deteneva il capitale ai danni di coloro che lavoravano nelle industrie. Se prima per produrre un qualsiasi bene ci volevano giornate di lavoro, con i macchinari il processo divenne molto più veloce, a vantaggio sicuramente del prezzo di mercato, ma nulla o poco cambiò per gli operai, costretti sempre a lavorare lo stesso numero di ore.
Oggi, nel pieno della terza rivoluzione industriale e con la quarta alle porte, stiamo sottovalutando alcune trasformazioni che le nuove tecnologie stanno apportando al mondo del lavoro. Provo a spiegarmi meglio. Mentre durante la prima e la seconda rivoluzione industriale il capitalista in fabbrica non poteva comunque far a meno degli operai, che avevano quantomeno lo sciopero come mezzo di protesta per poter contrattare qualcosa con il datore di lavoro, con la terza rivoluzione industriale, quella di internet e dei robot, si può quasi tranquillamente fare a meno degli operai. Un computer infatti non può permettersi di scioperare, pertanto continuerà a prendere ordini ai clienti e a far funzionare le transazioni bancarie senza battere ciglio. Lo stesso vale per il telepass o un sito di ecommerce, che ormai sostituisce a tutti gli effetti uno sportello bancario o postale, con la differenza che il costoso terminale (lo smartphone) che permette di far risparmiare miliardi di euro di stipendi ai grandi gruppi, lo paghiamo profumatamente di tasca nostra. La quarta rivoluzione, che usufruirà della realtà virtuale, di robot di ultima generazione e dei sistemi cibernetici con alte capacità di intelligenza artificiale, che con la scusa degli assistenti virtuali non ci rendiamo conto che ci stanno facendo fare da cavie gratuitamente a nostre spese, taglierà del tutto fuori l’uomo.
Secondo numerosi studi decine di lavori nel giro di pochi anni spariranno del tutto, per essere rimpiazzati da al massimo due o tre figure professionali, il resto verrà fatto dai robot di ultima generazione e dai software di realtà virtuale. Devi scegliere un’auto? Il concessionario sarà un’app che girerà nel visore di realtà virtuale, con buona pace dei concessionari che rimarranno a casa a far nulla. Ecco così che spariranno agenzie immobiliari (già ora sempre più online), artigiani che prima tinteggiavano il negozio spariranno in favore dei grandi gruppi come Facebook, a cui verseremo l’obolo per far apparire il nostro negozio virtuale più attraente. Vi sembra fantasia? Allora non sapete quanti soldi vengono spesi ogni anno dagli utenti per sponsorizzare il proprio profilo Instagram o la pagina Facebook. Già ora esistono attività con fatturati che sfiorano il milione di euro, che praticamente non hanno una sede, né addirittura un’insegna sulla strada, ma hanno solo un buon negozio di e-commerce, che raccoglie ordini H24. Amazon è già un assaggio di quello che sta accadendo, con un centro iper-automatizzato che riesce a far fronte a milioni di ordini ogni giorno. Con la quarta rivoluzione industriale, insomma, i capitalisti coroneranno il loro sogno, con un mondo che non avrà più bisogno, o quasi, dell’uomo e degli operai, in cui esiste solo il profitto che i grandi gruppi potranno spartirsi tra di loro, a spese delle formiche consumatrici.