Marquez trionfa a Jerez. Il patatrac Lorenzo-Pedrosa-Dovizioso scuote il mondiale

Jerez si conferma pista fedelissima ai riders autoctoni con Marquez che agguanta la sua seconda vittoria stagionale all’esito di una gara da dominatore, prendendosi così la vetta del mondiale in solitaria stante anche il triplice patatrac che d’un sol colpo ha buttato fuori dalla contesa Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa a 8 giri dal termine. Ad approfittare di questo frittatone Zarco e Iannone, col nostro connazionale che bissa il podio di Austin e si ritrova al terzo posto anche della classifica generale, spazzando via i nuvoloni che avvolgevano il suo futuro in Suzuki.

La prima posizione consegnata agli archivi da Marquez non è assolutamente una sorpresa, figlia com’è di quel mostruoso passo gara che l’iberico aveva fatto registrare venerdì, conferma che la mancata prima fila di sabato resta più imputabile ad un incidente di percorso che ad una perdita di performance. La frustata iniziale di Lorenzo, partito al fulmicotone con una Ducati “calzata” di coperture soft sia all’anteriore che al posteriore in cerca di riscatto e di contratto, è stata poco più che una nota a margine nella sinfonia del campione del mondo che al 5° giro passa il connazionale e si mette in testa ad un quartetto composto dalle Honda e dalle Ducati ufficiali; sornione ma aggressivo il Dovi che con pazienza costruisce una gara inaspettata, mettendosi negli scarichi del compagno di squadra e dimostrando la bontà di un progetto capace di performare su circuiti soltanto fino a due anni fa off-limits per la casa di Borgo Panigale. La frustata di Marquez arriva a metà gara ma non è di quelle capaci di spezzare le reni agli avversari che, infatti, restano a non più di un secondo e spiccioli dal funambolo col numero 93. Il sorpasso tra le Ducati è nell’aria, Dovizioso fiuta che la soft al posteriore del Porfuera sta inesorabilmente cedendo; l’affondo arriva, nella staccata della curva 6, Lorenzo non ci sta e incrocia, Pedrosa si infila stretto sognando un doppio sorpasso degno della top-5 del weekend ma qui il dramma sportivo prende forma: all’uscita dalla curva il motto d’orgoglio di Lorenzo e l’eccessivo ottimismo di Dani partoriscono un’infausta carambola che culmina sulla Ducati del vice campione del Mondo. Sono tutti e tre a terra, nella ghiaia. La gara è stravolta ed i miracolati sono Zarco e Iannone che riescono a rintuzzare gli attacchi di Petrucci cogliendo un podio che soltanto un giro prima più insperato di così non sarebbe potuto essere.

La classifica mondiale viene scossa alle fondamenta. Marquez vola a 78 punti, seguito da Zarco a 58 e dal nostro Iannone a 47, una lunghezza davanti all’altro Andrea che colleziona un dolorosissimo 0, reso ancor più indigesto dalla consapevolezza che mai come stavolta a Jerez i danni si sarebbero potuti limitare e di tanto. Endemica, atavica, preoccupante resta la crisi delle Yamaha ufficiali, giunte al traguardo con due “bugiarde” 5^ e 7^ piazza, rispettivamente imputabili al “Dottore” e a Viñales, mai competitive, in perenne lotta con uno spinning drammatico che non palesa soluzioni di sorta, quantomeno a breve termine. Magra consolazione per Valentino è l’ennesimo record messo in bacheca, visto che con 40.075 km corsi in gara avrebbe virtualmente percorso tutta la linea immaginaria dell’equatore in sella ai bolidi del motomondiale, ennesima pietra miliare di una carriera pressoché irripetibile.

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