Grande fratello: specchio (rotto) della società, macchina orwelliana distruttiva

Emmanuel Goldstein, personaggio del celebre romanzo “1984” di George Orwel, scrive nel suo romanzo immaginario che il Grande fratello è una specie di catalizzatore dei sentimenti di amore, paura e venerazione. In questo caso, il nostro mediatico Grande fratello è diventato un catalizzatore di odio.

Purtroppo la superficialità e l’arroganza rappresentata dalle persone davanti al grande occhio rappresentano un atteggiamento orwelliano, che fa credere che sia giusto reagire a una provocazione con un’aggressione e a una aggressione con una aggressione ancora più violenta. Oltretutto con una Barbara D’Urso esageratamente moralista e surreale. Tanto surreale quanto la lite tra Cristiano Malgioglio e Bobbi Solo.

E come spesso accade, ciò che appare è il contrario di ciò che è. Difatti l’abruzzese Simone Coccia, crocifisso prima del tempo per due messaggini hard a nonna Bramieri e per aver vantato duemila donne probabilmente mai avute, si è rivelato quello moralmente e socialmente più evoluto di tutti. E forse non è un caso che tutti i compagni in casa lo abbiano votato mandandolo in nomination. Una circostanza di cui una volta uscito potrà solo che vantarsi. Insomma, Grande fratello uguale programma demenziale, tanto demenziale che, se non avesse risvolti diseducativi, sarebbe esilarante e da non perdere.

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