Grandi cambiamenti in Irlanda: due milioni di cittadini votano sì all’interruzione volontaria di gravidanza. Finora era possibile abortire solo in caso di pericolo per la vita della madre ma i cittadini hanno deciso di cambiare. Attualmente quindi rimane solo Malta il paese dell’unione Europea dove è vietato l’aborto. Il premier, Leo Varadkar, ha promesso una legge entro l’anno spiegando che “è stato il culmine di una rivoluzione tranquilla, che si è sviluppata in Irlanda negli ultimi 10 o 20 anni.
Il popolo ha parlato e ha chiesto una Costituzione moderna per un Paese moderno”. E proprio il premier Varadkar, di madre irlandese e padre indiano, era stato tra i primi sostenitori del sì. Ora il Da’il, il parlamento irlandese, potrà legiferare con una normativa più morbida. Il governo pensa a una legge che permetta l’aborto entro la 12ma settimana di gravidanza (e tra le 12 e le 24 in circostanze eccezionali) ed è possibile un effetto domino anche sull’Irlanda del Nord, dove l’aborto è consentito solo in caso di rischio per la vita o la salute mentale della madre e si rischia l’ergastolo se si interrompe una gravidanza in modo clandestino.
Tutto il contrario pensa invece John McGuirk, portavoce degli anti-abortisti di ‘Save th8th’, ha osservato amaramente che “i bambini non ancora nati non hanno più il riconoscimento del diritto alla vita da parte dello Stato. Presto verrà approvata una legge che permetterà di uccidere i bambini nel nostro paese”. A favore dell’abolizione dell’ottavo emendamento hanno votato soprattutto i giovani, le donne, e gli abitanti di Dublino. Si tratta di una svolta rivoluzionaria, quindi, per un paese così conservatore come l’Irlanda che solo tre anni fa disse sì anche ai matrimoni gay. Alice Pannunzi