Bergamasco, regista autodidatta,pionere nel campo dei documentari , attento alle piccole sensibilità del genere umano, è mancato il grande regista Ermanno Olmi, aveva 86 anni e si è spento all’Ospedale di Asiago, dove era stato ricoverato qualche giorno fa per l’aggravarsi di una malattia che lo aveva colpito già da qualche tempo.
E’ stato davvero uno dei più grandi del nostro cinema, firmando film importanti come “L’albero degli zoccoli” del 1978, che gli valse la Palma D’Oro a Cannes, “I fidanzati”,”E venne un uomo”,”Cammina cammina”,”Centochiodi”, nel 2008 Venezia gli tributa il Leone d’Oro alla carriera, consegnatogli da Adriano Celentano. Il suo grande amore però erano i documentari, fondatore della Scuola di cinema Ipotesi di Bassano del Grappa, ha firmato documentari di grande successo come “Lungo il fiume”. Ha lavorato con i più grandi, Monica Vitti, Bud Spencer,Carlo Delle Piane, Paolo Villaggio, solo per citarne alcuni.Tanti i riconoscimenti che ha ricevuto, i David di Donatello, Nastro D’Argento. Un uomo garbato, un regista arguto, attento, sensibile, che ha saputo dare tantissimo alla cultura e al cinema, davvero un pezzo di storia che ci lascia.
Tantissimi i messaggi di cordoglio: “Con Ermanno Olmi perdiamo un maestro del cinema e un grande esempio di cultura e di vita. Il suo sguardo incantato ci ha raccontato e fatto capire le radici del nostro paese”, scrive su Twitter il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
”Eravamo amici, più che amici. Ci dicevamo ‘siamo tre fratelli’. Ermanno e noi venivamo da formazioni culturali diverse eppure ci è sempre stato familiare il suo grande cinema tra documento e incantata religiosità. ‘L’albero degli Zoccoli’ è una delle poche opere che regge il confronto con quelle del cinema italiano del dopoguerra, il nostro secondo rinascimento. È un capolavoro del cinema italiano e non solo italiano”. Lo dice Paolo Taviani, fratello di Vittorio recentemente scomparso all’Ansa.
“Un ultimo affettuoso saluto a Ermanno Olmi, figlio illustre di Bergamo, che di questa terra ha splendidamente raccontato le radici contadine, i valori, la fatica e la dignità“. Con questo post sui social il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, ricorda il regista scomparso la notte scorsa.
Roberta Maiolini