Una scoperta sensazionale che testimonia di come il mondo sia ancora ricco di posti da scoprire e studiare. A riportare la notizia è il quotidiano Corriere Romagna che racconta della spedizione condotta dal Gruppo Speleologico Faentino, impegnato in Albania per fare delle ricerche nella zona di Elbassan, a 180 km da Tirana. “Lo scopo, afferma Ivano Fabbri, responsabile del centro visite del Rifugio Carnè, era verificare una notizia, giuntami durante le festività natalizie, che riportava la presenza di interessanti grotte in una zona mai indagata da gruppi speleologici italiani ed europei”. Ad accompagnare Fabbri nel viaggio c’erano Katia Poletti, Luigi Liverani e Lorenzo Brandolini, Renato Placuzzi e Sara Fattori (Gruppo speleologico del Cai di Rimini), Biagio e Giovanni Magnani da Casola Valsenio e il bolognese Michele Sivelli, responsabile della biblioteca della Società Speleologica Italiana.
“Appena arrivati a Tirana, prosegue Fabbri, ci siamo spostati sulle montagne di Gramsh attraverso i mezzi pubblici e con l’aiuto di un amico del posto che ci ha fatto da interprete. Il campo base è stato realizzato a 800 metri, nella casa di un giovane pastore, esperto conoscitore delle montagne. In quattro giorni abbiamo esplorato tre grotte, ed ognuna ha riservato una sorpresa. Nella prima abbiamo rinvenuto un sito archeologico ancora intatto con ambienti ricchi di concrezioni, stalagmiti e stalattiti dai colori vivaci, nella seconda, dopo esserci calati in un pozzo da 35 metri, ci siamo trovati a camminare su un pavimento con decine di bombe a mano inesplose e tre contenitori cilindrici. In una nicchia è stato osservato anche uno scheletro di lupo”.
Quanto alla terza grotta, è stata probabilmente la scoperta più emozionante: “Ci siamo trovati di fronte ad un sito archeologico solo in parte manomesso da tombaroli, che hanno lasciato sul pavimento una bellissima ceramica di epoca Eneolitica. Nelle vicinanze, un grande cimitero di orso delle caverne, estinto in tutta Europa durante l’ultima glaciazione”.