Siamo alle porte del primo maggio, la storica festa dei lavoratori. Primo maggio è però, per la maggior parte della gente, sinonimo di ponte, concertoni in piazza, vacanze da programmare e tanto altro. Primo maggio è però sinonimo di storia, di battaglie operaie e conquiste di diritti importanti da parte dei lavoratori. Il primo maggio si festeggia la riduzione della giornata lavorativa con un orario lavorativo fissato a non più di otto ore. Ma perché questa celebre giornata si festeggia proprio il primo maggio? A determinare la scelta del 1 maggio come data della Festa dei lavoratori, come riportato da molti media, furono gli avvenimenti di Chicago dove, i primi giorni di maggio del 1886, più di 50mila lavoratori aderirono allo sciopero organizzato nelle fabbriche degli Stati Uniti d’America per richiedere un orario lavorativo più umano, fissato a 8 ore. La tensione non tardò a farsi sentire e la polizia represse nel sangue l’astensione dei lavoratori della fabbrica McCorimick, uccidendo due manifestanti. Come risposta ai gravi incidenti di quei giorni gli anarchici organizzarono una manifestazione all’Haymarket Square dove il 4 maggio lo scoppio di una bomba provocò la morte di sei poliziotti e il ferimento di circa una cinquantina di agenti che risposero aprendo il fuoco sui dimostranti. L’anno successivo otto lavoratori anarchici furono accusati di essere i responsabili dei fatti accaduti in piazza Haymarket e vennero condannati e giustiziati tramite impiccagione per quella che passerà alla storia come la rivolta di Haymarket. Nonostante i sanguinosi episodi di Chicago solo nel 1889, nell’ambito della Seconda Internazionale di Parigi, si decise di organizzare annualmente ogni primo maggio una grande manifestazione che coinvolgesse contemporaneamente i lavoratori di tutti i paesi. Nel 1890 il respiro internazionale della Festa del lavoro coinvolse anche l’Italia dando vita a una mobilitazione nazionale dei lavoratori con manifestazioni che fecero registrare, un po’ in tutta la Penisola, una partecipazione popolare ben oltre le aspettative. Inoltre, nei primi anni anni del Novecento, il 1° maggio italiano si fece portavoce di altre rivendicazioni sociali e politiche come quella del suffragio universale, l’opposizione alla campagna di Libia e alla partecipazione dell’Italia alla prima guerra mondiale. Le cose cambiarono durante gli anni del fascismo con lo spostamento della data al 21 aprile, giorno che coincide con il Natale di Roma, per poi ritornare al primo maggio una volta terminata la guerra nel 1945. Avvenimenti che non tutti sanno, avvenimenti ai quali molti non riescono a dare il giusto valore, sia politico che sociale. Cominciamo dunque a pensare al primo maggio come un avvenimento da festeggiare nel giusto modo, con le giuste cause e si, abbiamo anche il diritto di cantare in piazza ma ricordiamoci tutta la storia che, ai molti, appare sconosciuta.