Al ristorante senza smartphone ma con un bel libro, la nuova moda arriva a Roma

Si chiamano ristoranti call free, dove il telefonino a tavola non è ammesso ma viene consegnato all’ingresso, riposto con cura e viene riconsegnato quando si va via. A tavola tornano le conversazioni piacevoli tra commensali, le risate, il commento sui piatti ordinati, senza stare ogni tanto a sbirciare se è arrivato un messaggio whatsapp o una notifica da Instagram, Facebook o Twitter. Sono molti ormai i ristoranti in Italia e nel mondo che hanno adottato questo sistema, uno dei primi fu un ristoratore di Teramo che praticava uno sconto del 30% a chi non usava lo smartphone a tavola,  il pioniere però è stato Italo dell’Osteria Rubbiara,  a due passi da Modena,che nei primi anni ’90 appena usciti i cellulari della grandezza di un mattoncino li faceva lasciare all’ingresso,poi si sono aggiunti tanti altri, aTorino, Milano, Firenze,Napoli  e tante altre città nel mondo come Los Angeles, Toronto, Beirut,Parigi  e tanti altri posti. Alcuni fanno sconti, altri lo proibiscono proprio, si chiamano appunto call free.

Dopo il bar dove si fa meditazione aperto qualche mese fa a Parigi, adesso è il turno di Roma con  la trattoria di alto livello italo-francese Casa Coppelle, a pochi passi dal Pantheon. Un bel salotto molto raffinato in centro a Roma, molto stiloso, lampade basse, mattoni a vista, arredamento firmato da un designer francese, piatti molto creativi della cucina moderna. I titolari sono Rachelle e Omar Capparuccini e hanno avuto una bellissima idea: lo smartphone si consegna all’ingresso, ci si accomoda a tavola e dopo un po’ arriva un bel cameriere con un vassoio d’argento su cui ci sono dei libri. Si, proprio dei libri, una selezione di volumi di poesie che cambia tra l’altro ogni settimana, così ci si può dedicare alle dissertazioni poetiche, poi da cosa nasce cosa e il dialogo torna a tavola al posto della testa bassa sul telefonino. Un’eccellente idea, che certo è già sposata da molti ristoratori, ma nessuno aveva ancora pensato ai libri di poesia.

Tutto questo potrebbe essere l’inizio di un nuovo modo di condividere cene e pranzi con amici, parenti, mariti, mogli, figli, per ridare il giusto peso alla conversazione durante un pasto, ormai molto spesso abbattuta dall’uso smodato del cellulare. Torniamo a guardarci negli occhi, è il modo migliore per comunicare.

Roberta Maiolini

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