L’allarme ormai va avanti da anni, da un paio di decenni almeno, lo scioglimento dei ghiacci dovuto al surriscaldamento terrestre a detta di molti scienziati, arriverà presto al punto di non ritorno se l’uomo non deciderà di intervenire.
C’è da dire che ci sono anche altri studiosi che invece prefigurano per il nostro pianeta, un’altra mini glaciazione, che va quindi in contrasto con la teoria dello scioglimento dei ghiacci, questo per dovere di cronaca.Ma tornando alla prima teoria, in questo caso una grossa mano la sta dando come sempre la natura, come se volesse proteggersi da sola, infatti La fusione della calotta glaciale dell’Antartide occidentale presto rallenterà a causa del sollevamento del basamento roccioso su cui grava sempre meno l’immensa quantità di ghiacci.
Un paradosso insomma, lo scioglimento di parte dei ghiacci, provoca l’innalzamento delle rocce che prima erano sottoposte a pressione, queste di conseguenza “compatteranno” maggiormente i ghiacci che quindi impiegheranno più tempo a sciogliersi. E non si parla di un fenomeno a breve termine, infatti l’innalzamento, che sta avvenendo a una velocità ben superiore a quella stimata, ha portato a una revisione dei modelli della struttura geofisica profonda dell’Antartide e del mantello sottostante, modelli che ora prevedono che la rapidità del fenomeno continuerà almeno per il prossimo secolo, contribuendo così alla stabilità della calotta. A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori del Politecnico di Danimarca a Lyngby, della Ohio State University e della Washington University a St. Louis, che firmano un articolo pubblicato su “Science”.
Valentina R.Barletta, una delle studiose che partecipano al progetto di monitoraggio, insieme con i colleghi hanno analizzato i dati analizzati dai sensori GPS collocati in svariati punti tra i ghiacci che si estendono su parte dei ghiacci di Amundsen, sensori posizionati per il programma di monitoraggio POLENET/ANET, proprio per studiare con l’ausilio del satellite il sollevamento della Terra in quella zona a seguito del diradamento della calotta glaciale.
I dati hanno mostrato che in quell’area il basamento si sta innalzando a una velocità inaspettata, raggiungendo in alcuni punti i 40,6 millimetri all’anno.
“Normalmente vedremmo questo tipo di sollevamento avvenire lentamente, nel corso di migliaia di anni successivi a un’era glaciale”, a dichiarato la Barletta.
La spiegazione di questa discrepanza è venuta dall’analisi di un’altra serie di dati, relativi a una rete di sismografi, che hanno fornito immagini di tomografia sismica della regione fino a una profondità di circa 650 chilometri. “Quello che abbiamo trovato ci dice che il manto viscoso della Terra sottostante è relativamente fluido e scorre abbastanza velocemente quando il peso del ghiaccio si riduce”, ha detto Barletta.
Insomma la natura, la nostra Terra come al solito ci da una mano, è ora che anche l’uomo inizi a fare la sua parte tutelandola maggiormente.
Domenico Corsetti