Si chiama “TESS“(Transiting Exoplanet Survey Satellite) il nuovo telescopio spaziale lanciato in orbita ieri dalla NASA, alle ore 00.51, dal centro spaziale di Cape Canaveral (Florida), tramite l’ausilio del razzo Falcon dello Space X. Come il predecessore Kepler, TESS analizzerà le variazioni della luminosità delle stelle per capire se siano in parte oscurate dal passaggio periodico di uno o più pianeti, ma lo farà su una scala molto più grande arrivando ad analizzare circa mezzo milione di stelle. Lo scopo è, ovviamente, scovare eventuali pianeti “gemelli” della Terra, ovvero in grado di ospitare vita organica. È stato progettato e costruito dal gruppo del Massachusetts Institute of Technology (Mit) guidato da George Ricker. Non è di notevoli dimensioni ed è poco più grande di un mobile o di un elettrodomestico. La durata della sua missione sarà di due anni. Per la raccolta dati è stato munito di quattro fotocamere ad ampio spettro, che riescono a rilevare anche la luce proveniente dalle stelle più piccole e deboli, come le nane rosse, che scatteranno una foto ogni due minuti. I dati raccolti da Tess aiuteranno a identificare gli obiettivi sul quale puntare il prossimo telescopio spaziale della Nasa, il James Webb destinato a raccogliere l’eredità di Hubble, utilizzerà una “rotta” completamente diversa da quelle utilizzate fino ad ora, infatti “rimbalzerà” tra la Terra e la Luna in un percorso governato dall’attrazione gravitazionale di quest’ultima. La caccia alla nuova, o alle nuove Terre, è di nuovo iniziata, vedremo se avrà più fortuna rispetto alle precedenti missioni. Una cosa è certa: questa nuova mappa riscriverà per l’ennesima volta la mappa dell’universo.
Domenico Corsetti