Nasce a Palermo nel 1981 e studia nella sua città natale: maturità classica, poi laurea e master in Fisica e Astrofisica (entrambi conseguiti con 110 e lode) e infine dottorato di ricerca. Nel 2009, la svolta: la NASA le offre una borsa di studio. Nove anni dopo, è ancora in America: è una ricercatrice di astronomia all’Università del Maryland e lavora al Goddard Space Center della NASA, uno dei maggiori laboratori di scienze dello spazio al mondo. Il mese scorso è stata premiata dalla Farnesina come migliore ricercatrice italiana all’estero. L’ennesimo geniale cervello in fuga dell’Italia? Non proprio. Eleonora Troja continua a portare nel cuore l’Italia, soprattutto la sua Palermo (“l’unico posto che io considero casa”), e pensa che la sua permanenza negli Stati Uniti sarà solo “temporanea”. E nel frattempo? Troja studia principalmente i gamma-ray bursts, cioè i lampi di raggi gamma. Sono il fenomeno più energetico che finora abbiamo osservato nell’universo: in pochi secondi, un lampo gamma rilascia la stessa quantità di energia emessa da una stella come il Sole nel corso della sua intera esistenza. Se oggi sappiamo qualcosa in più sui lampi gamma, è anche grazie a Troja e al suo team internazionale di astronomi e astrofisici: l’anno scorso sono riusciti a osservare un lampo di raggi gamma in diretta e, basandosi sui dati raccolti durante l’esplosione, hanno finalmente individuato – dopo decenni di ricerche – il meccanismo fisico che scatena questo fenomeno, cioè la radiazione di sincrotrone. Questa scoperta, tuttavia, non è certo il traguardo del percorso di Eleonora: ci sono ancora moltissime domande a cui dare una risposta. Questo è solo l’inizio. Perciò, ricordatevi il suo nome… sentiremo parlare sempre più spesso di Eleonora Troja. Francesca Trinchini