Era il 17 aprile 1524 e Giovanni da Verrazzano scopriva l’attuale Baia di Hudson. Il mondo non fu più lo stesso

Giovanni da Verrazzano (nato a Greve, Chianti, nel 1485 e morto nelle isole Abaco nel 1528, circa) fu il primo esploratore a scoprire la baia di Hudson (New York). A differenza dei suoi più illustri colleghi (almeno per la storia), come Colombo o Magellano, cercò un passaggio verso le Indie partendo dall’Europa non più verso sud, ma verso nord, dove le acque gelide e la traversata ardua intimorivano non poco le navi dell’epoca, di certo non moderne e solide come le attuali. È bene ricordare che a quei tempi si pensava che il continente americano, quel “nuovo mondo” da poco scoperto, fosse esteso solo a sud dell’equatore (come dimostra la mappa di Waldseemuller) quindi si finanziavano spedizioni per ricercare un passaggio verso l’oriente tramite quella rotta. Con la sua Dauphine, la nave con cui era salpato dalle isole di Madeira nel 1523, si imbatté nei territori dell’attuale nord America, al termine di un viaggio estremo in cui perse tre delle quattro navi che componevano la sua spedizione. In un primo momento pensò di trovarsi in territorio cinese.

Per tre mesi costeggiò quella costa diretto sempre verso nord, ammirando le bellezze delle sue campagne, e, nelle varie soste a terra, incontrava uomini definiti bronzei, dagli occhi vivaci e i capelli scuri. Li chiamarono Narragansett e proprio Verrazzano sottolinea come nei loro incontri fossero accolti con stupore ma con grande senso di amicizia e accoglienza. Il territorio di questo popolo fu denominato Refugio. Navigando sempre più in direzione nord, il 24 marzo individuò un istmo dove penetrò convinto che fosse un passaggio verso l’oriente; invece, come lui stesso si rese conto e come la storia in seguito constatò, quel territorio non era altro che la sottile striscia che oggi è identificata come Cape Lookout e si estende fin quasi alla moderna Virginia. Non fermando la sua navigazione, però, il 17 aprile 1524, come riportato nei suoi diari e nelle testimonianze postume dei navigatori della Dauphine, avvistarono  un posto situato tra due colline da cui scorreva un notevole e impetuoso flusso d’acqua.

Con una barca risalirono quel corso dove incontrarono un popolo definito pieno di “letizia”  e, soprattutto, coperto di piume colorate di uccelli vari, che alla vista di quella barca e del loro abbigliamento mostravano segno di stupore. Giovanni da Verrazzano senza saperlo aveva scoperto la baia di Hudson, dove diversi anni dopo si gettarono le fondamenta di una delle città più importanti del Mondo: New York. In America questa figura è molto rinomata e, come forse in pochi sanno, a  New York il ponte che collega Staten Island a Brooklyn (inaugurato nel 1964) è dedicato proprio a lui: il famoso Verrazzano-Narrows Bridge. In Italia questa figura non è molto conosciuta, ma nonostante la sua scoperta ebbe un’importanza straordinaria, egli fu in grado di svolgere un viaggio che nessuno in quegli anni aveva avuto il coraggio di effettuare. Giovanni da Verrazzano entrava così nella storia, nella cerchia di quei temerari, di quegli esploratori eroici che hanno riscritto le carte geografiche del nostro pianeta. Per fortuna.

Domenico Corsetti

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