Una delle più grandi leggende metropolitane a cui non riesco a non pensare, ogni volta che passo belle serate in compagnia della mia musica preferita, è quella del famigerato club 27 e dell’incredibile riscontro nella realtà che inquieta sempre il mio animo. Di cosa si tratta? Di una maledizione. Della maledizione del 27. Questa sera è una di quelle: è tardi, quasi le due di una serata estiva dal caldo torrido, rotto da un violento temporale. La città vuota, la gente a casa, sono solo; bevo una birra, ma voglio ubriacarmi di musica. Ascolto e penso. Rifletto e il mio animo si carica di una strana inquietudine, che tuttavia non voglio allontanare, quasi sembra farmi star bene. Flashback di pensieri, di storie, di emozioni, di vita vissuta fino al mio ormai prossimo ventisettesimo compleanno. Ventisette è il numero che mi torna in mente, è il numero maledetto per le rock stars; a quest’età infatti sono morti alcuni grandi protagonisti della musica. Il club27, nasce tristemente nel 1970 ed è tornato a farsi sentire con la morte prematura della cantante Amy Winehouse, il 23 luglio del 2011, quando viene trovata morta, sola nella sua casa di Londra. La mente vaga e ascolto “Rehab”. La scomparsa della cantante londinese va ad aggiungersi alla sconvolgente lista che vede il periodo più ricco di morti premature negli anni 70, quando, alcuni personaggi dei gruppi più rappresentativi del panorama musicale internazionale, hanno perso la vita in circostanze ancora non del tutto chiare. Brian Jones fondatore del gruppo dei Rolling Stones nel 1969 fu il primo ad essere ritrovato morto nel fondo della sua piscina, aveva 27 anni. E’ poi la volta di Jimi Hendrix, il 18 settembre dell’anno successivo, viene ritrovato agonizzante in una stanza del Samarkand Hotel soffocato nel proprio vomito per una overdose di barbiturici, muore all’età di 27 anni. Sul mio ipod, “Woodstock”. E poi ancora Janis Joplin sempre per overdose, sempre della stessa maledetta età. “Piece of my heart” accompagna le mie riflessioni. Jim Morrison il 3 luglio del 1971 trovato morto a Parigi 27enne in circostanze ancora misteriose; arresto cardiaco ma non fu mai fatta l’autopsia. Arriviamo cosi agli anni 90′ ed e’ la volta del cantante statunitense Kurt Cobain, leader dei Nirvana trovato morto l’8 aprile 1994, alla giovane età di 27 anni; ufficialmente sembrerebbe si sia sparato con un fucile, ma dalle analisi fatte, pare avesse in corpo una tripla overdose, cosa che non gli avrebbe potuto nemmeno permettere di alzare un braccio, tra l’altro non furono mai trovate impronte digitali sull’arma. Questi sono solamente alcuni dei big della musica che dal 1970 ad oggi hanno incrementato la lista delle morti misteriose, del club 27, artisti maledetti in rivolta con la società convenzionale, soli ed incompresi, morti in circostanze misteriose. Le ipotesi su cosa sia davvero successo sono molte e contrastanti, si parla di complotti volti a eliminare personaggi di spicco che trasmettevano, in un certo senso, simboli e messaggi rivoluzionari. Resta il mistero. Quanto a noi, possiamo solamente fermarci, riflettere e ascoltare la musica che ci hanno lasciato in eredità e che rimarra’ indelebile nei nostri cuori e viva per sempre nelle nostre menti. Adriano Bisciardi