Dopo 10 anni la Formula 1 torna nella terra che nel 1906 ospitò la prima gara tra monoposto della storia e lo fa al circuito “Paul Ricard”, un gioiello progettuale rinnovato nel 2010 per diventare un tracciato laboratorio che però non convince appieno. Vince Hamilton che, così riacciuffa la testa del Mondiale approfittando del caos alla prima curva che ha visto protagonisti Bottas e Vettel. Bene Verstappen, ancora una volta al massimo del potenziale che la sua Red Bull potesse fornire mentre completa il podio Raikkonen.
HAMILTON: 10. Pole e vittoria sono le punte dell’iceberg di un weekend davvero positivo che riscatta appieno la prestazione opaca di Montréal. Torna in cima alla classifica approfittando anche dell’incidente alla prima curva di Vettel che, onestà intellettuale alla mano, non avrebbe potuto fare molto comunque. Sempre in controllo, tiene a bada un ottimo Verstappen giocando a tratti al gatto col topo. Prestazione da “the Hammer”.
VERSTAPPEN: 9. Dà nuovamente la paga a Ricciardo, in qualifica ma soprattutto in gara, riuscendo a tratti a tenere il passo di un Hamilton tirato a lucido. Sta limando gli eccessi e questo lo rende sempre più pericoloso. Veloce, costante, aggressivo ma non spregiudicato. Dovesse avere davvero una macchina per vincere (ufficiale il matrimonio tra i “bibitari” e la Honda dalla prossima stagione…), sarebbe il primo grattacapo per Seb e Lewis.
MAGNUSSEN: 8,5. Che stagione per il danese finora! Questo sesto posto (primo tra gli umani) la dice lunga sulla sua capacità di essere sempre sul pezzo e di far viaggiare una Haas tanto veloce quanto disastrosa a livello di strategie al muretto. Sta distruggendo gara dopo gara il compagno di squadra Grosjean e candidandosi come rivelazione di questa stupenda stagione.
RAIKKONEN: 7,5. Dopo le qualifiche eravamo tutti pronti a gettare la spugna e prepensionarlo. Poi, invece, ti tira fuori una gara da leone, specie nella seconda parte con le Supersoft come calzature, che non può non rimettere tutto, nuovamente, in discussione. Con rabbia e prepotenza, si prende in pista il podio sorpassando Ricciardo e salvando parzialmente un weekend non ottimale per la Rossa.
VETTEL: 6,5. Al via rovina la sua gara e poi è costretto a remare controcorrente pur di limitare i danni causati che gli costano inoltre 5’’ di penalità, scontati poi nel computo cronometrico finale. Fa 50 giri con le Soft e già questo è un miracolo, producendosi inoltre in una rimonta che rende il boccone da ingoiare decisamente meno amaro. L’arrembaggio in partenza ci stava, bisognava sparigliare le carte. Gli è andata male e questa cosa sta diventando una maledizione.
RICCIARDO: 6. La power unit della sua Red Bull è a fine vita e si nota come manchi di spunto e potenza nel dritto. Ciò posto, la gara resta abbastanza piatta e senza il passo del compagno di squadra che nelle ultime gare sta tornando a fare meglio di lui.
GROSJEAN: 5. Non riesce ad uscire dal tunnel, ha la nuvoletta di Fantozzi che ormai circonda il suo Halo. Di bastonate da Magnussen ne prende tante ogni weekend ormai e non trova modo di tradurre in punti il potenziale di una monoposto che di velocità ne ha in abbondanza.
ALONSO: 4. La macchina è quello che è, la sorte pure ma stavolta c’ha messo del suo ed in negativo. Fresco di vittoria a Le Mans e con due terzi di triple Crown in testa, appare disconnesso e poco centrato. Nel tentativo (vano) di resistere alla rimonta iniziale di Vettel va in testacoda rovinando il poco che questa gara poteva riservargli. Forse è giunta al termine la sua parabola in Formula 1 ed è un bene anche e soprattutto per il suo talento che tornerà a brillare altrove (WEC e Indycar Series). Vederlo arrivare ultimo fa male al cuore.
Antonio Rico