#F1Report: le pagelle del Gran Premio d’Austria

La Red Bull trionfa in casa con Verstappen che manda in estasi l’enorme torcida oranje confluita a Spielberg. Completano il podio le Ferrari di Raikkonen e Vettel col tedesco che riconquista la vetta del Mondiale e la Rossa che salta in testa ai costruttori. Naufragio Mercedes con due ritiri per motivi tecnici. La querelle Pirelli non accenna a scemare.

 

VERSTAPPEN: 10 e lode. Gara da veterano. Proprio lui? Ebbene si! La maturazione è arrivata tutta d’un colpo. Al via è lucido e riesce a scavalcare Raikkonen, poi, dopo il ritiro di Bottas ed il rimescolamento delle carte in seguito all’ondata di pit stop, riesce a gestire le soft per oltre 50 giri senza un accenno di blistering, pur mantenendo un ritmo di assoluta eccellenza. Aumentano i rimpianti per la prima parte (disastrosa) della stagione. È un fenomeno, sta soltanto iniziando a grattare la superfice del suo enorme talento.

 

ALONSO: 9.  Non era il motore Honda, questo l’abbiamo capito. Eppure l’ultraveterano delle Asturie non molla un centimetro, pur alla guida di una vettura carente sotto ogni punto di vista. Parte dalla pit lane e chiude ottavo, costruendo una gara senza sbavature, limando al massimo possibile gli enormi limiti di una McLaren al peggio della sua gloriosa storia. È un dinosauro nell’era dei piloti da simulatore ma proprio per questo resta il monumento del Circus.

 

GROSJEAN: 8,5. Nel pre gara il Team Principal della Haas auspicava finalmente ad un conversione in punti della gara del francese che, per la verità, ne ha combinate davvero più di Bertoldo e Pastor messi insieme finora. Detto, fatto. La macchina è un gioiello e lui la guida da maestro, scandendo un ritmo davvero degno di Ferrari, Red Bull e Mercedes. Chiude 4°, primo degli umani. Si è tirato fuori dal pantano, chapeau.

 

RAIKKONEN: 8. La partenza è “full attack” ma il resto del primo giro è da incubo. Una serie di sbavature consecutive in curva 3 lo fanno retrocedere addirittura in sesta piazza. Proprio quando tutti urlano all’applicazione della normativa Fornero sugli esodati anche nei riguardi dei finnico, però, caccia fuori lo smalto da Campione del Mondo e completa una rimonta che lo porta ad un’incollatura dal vincitore e a siglare il giro più veloce in gara. C’è tremendamente bisogno di questo Kimi a Maranello.

 

BOTTAS: 7,5. Ottima qualifica, partenza così così e grande sorpasso all’esterno su Raikkonen nel primo giro. Scandisce la gara con un buon ritmo, sembra in controllo della situazione finché l’idraulica va in tilt e lo costringe al forfait.

 

VETTEL: 7. Parte bene ma subito si fa scavalcare da 2-3 vetture pur di non replicare la frittata del Paul Ricard. Per il resto la gara è buona ma non speciale. L’acuto è il sorpasso di forza e abilità su Hamilton, uno di quei momenti che, in caso di vittoria iridata, vedremo milioni di volte.

 

HAMILTON: 5,5. In qualifica la spunta all’esito di una lotta serratissima. In avvio di gara fa il suo ma, dopo l’errore strategico della Mercedes che non lo richiama al box in regime di virtual safety car, va in paranoia. Passa mezz’ora alla radio a piagnucolare come spesso accade se le cose non gli vanno alla perfezione, subisce il sorpasso in pista dell’arcirivale Vettel prima che la sua freccia d’argento lo molli per strada.

 

MERCEDES: 2. Pacchetti, evoluzioni, proclami. Se poi chiudi con 2 ritiri per motivi squisitamente tecnici (cosa che non accadeva dal 1955 alla casa di Stoccarda) la colpa te la devi prendere. Stop pesantissimo che viene reso ancor più difficile da digerire dai sorpassi subiti in pista e nelle classifiche mondiali. Tragica gestione dei pneumatici come chiosa di una bruttissima giornata.

 

PIRELLI: 0. Cerchiamo di parlarci chiaro, senza troppe “supercazzole”. In Austria, con temperature alte ma assolutamente normali per il periodo estivo, le coperture della casa italiana hanno prodotto un fenomeno di blistering davvero imbarazzante. In Francia, al contrario, con condizioni assolutamente simili ma coi famosi 0.4 mm della discordia in meno, proprio quelli che, cito, “non cambiano in maniera sostanziale il comportamento delle gomme”, nulla di tutto ciò. Se qualcuno (leggasi Mercedes) non riesce a gestire il degrado delle coperture, deve essere quel qualcuno ad attrezzarsi o ad accettarne le conseguenze. Adesso si volerà a Silverstone, l’ultima gara dell’anno col battistrada ridotto. Li aspetteremo al varco…

 

Antonio Rico

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