Quello che si pensava impensabile al via è divenuto realtà. Lewis Hamilton completa una rimonta da antologia che lo porta al trionfo ad Hockenheim dalla 14^ piazza occupata allo spegnimento dei semafori. La pioggia, arrivata nel finale, distrugge il weekend perfetto di Vettel che al 52° giro esce di pista quando era in testa e rimane intrappolato nella ghiaia, perdendo così la vetta mondiale consolidata a Silvestone. Si conferma la tradizione negativa sul bagnato della Ferrari nell’era power unit.
HAMILTON: 10 e lode. Quando parti 14° e riesci a vincere, ogni commento può risultare pleonastico. Resta comunque dovuta la standing ovation per “The Hammer” che scrive una grande pagina del motorsport con una gara senza la benché minima sbavatura: una rimonta aggressiva ma mai spregiudicata, una guida addirittura magistrale poi, quando la pista diventa scivolosa ed inizia a mietere vittime illustri (Vettel, tanto per mettere il sale sulla ferita…), una condizione impossibile con la quale lui riesce sistematicamente and andare a nozze. Vinse un Mondiale con una gara simile e la storia potrebbe ripetersi a distanza di 10 anni perché questo +17 in classifica generale è pesantissimo.
HULKEMBERG: 9. Davanti alla sua gente si produce nell’ennesima prestazione maiuscola della sua carriera. Un percorso senza molti acuti forse ma con pochissime note stonate. Porta a ridosso del podio una Renault che conferma di aver perso terreno da inizio stagione nei confronti dei top team ma che lui spreme sempre al massimo, basti vedere il distacco rifilato a Sainz. Inoltre, il team radio col quale “ringrazia” Ocon e Ericsson (finiti larghi dopo una bagarre che gli ha lasciato così via libera) è semplicemente uno spettacolo.
GROSJEAN: 8. Una buonissima qualifica ed un’ottima gara per il francese, stavolta capace di portare a casa un lauto bottino non dilapidando la velocità di questa Haas che sta sorprendendo tutti e che punta decisamente al quarto posto nella classifica costruttori. Esce indenne dalla concitata fase finale e chiude con un sesto posto che fa decisamente morale.
ERICSSON: 7,5. Stavolta i riflettori in casa Alfa Romeo – Sauber spettano a lui. Finisce nella Top-10 dimostrando di essere veloce e freddo nelle situazioni caotiche, sfruttando gli episodi a proprio vantaggio e meritandosi un doppio pollice alto.
BOTTAS: 7. Gli alieni, come sempre, lo regolano in qualifica (Seb) e in gara (Lewis) ma, per il resto, va riconosciuta al finnico una costanza di rendimento altissima. Massimizza sempre il suo potenziale, tranne rare eccezioni e capitalizza una gara pazza col massimo risultato possibile, stante l’errore di Vettel e la prodigiosa rimonta del compagno di squadra che cerca di “rovinare” attaccandolo nel finale senza però trovare la stoccata decisiva.
RAIKKONEN: 6. La sua terza piazza salva parzialmente un weekend altrimenti indigesto per la Rossa che, dalla doppietta che ci si augurava all’esito delle qualifiche, placa lo stomaco con i punti rimediati da Iceman. Quanto podio consecutivo per lui. Bene ma non benissimo.
VETTEL: 4. Una qualifica da scarica di adrenalina pura, una prima fase di gara in controllo assoluto e poi il disastro. Un errore umano, nemmeno clamoroso ma assolutamente pesante e dai risvolti amplificati a causa della remuntada dell’arcinemico Hamilton che rende ancor più insopportabile quella sbavatura. La pioggia si sta rivelando un distillato di kryptonite per lui e la Ferrari negli ultimi anni.
McLAREN: 2. Fanno la danza della pioggia per tutto il weekend ma poi, quando arriva, non cambia nulla se non in peggio. Questa macchina tragica in ogni condizione, un progetto nato malissimo ed incapace di imboccare la strada giusta. La confusione è totale e, con una Williams appena decente, il rischio di chiudere all’ultimo posto la classifica costruttori è più concreto che mai.
Antonio Rico