Fusione: macchina sperimentale DDT nel Lazio, investimento da 2 miliardi di euro

A Frascati verrà costruita la macchina sperimentale da 500 milioni di euro Divertor Test Tokamak (DTT) che farà parte del centro di eccellenza internazionale per la ricerca e la fusione nucleare. Un investimento che dovrà studiare la tecnologia e le possibilità di poter finalmente produrre energia dalla fusione nucleare, un progetto innovativo, ambizioso ma che potrebbe passare alla storia se dovesse dare i risultati sperati. Il ritorno economico di questo progetto è stimato all’incirca sui 2 miliardi di euro, per questo le parole di Federico Testa, presidente dell’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile),lasciano trasparire entusiasmo: ”oggi è l’Italia che vince perché investe sulla conoscenza e sull’energia sostenibile con un progetto che garantisce prospettive scientifiche e occupazionali positive per tutti e, in particolare, per i giovani “. La relazione del progetto è stata approvata dall’amministrazione dell’Enea e contiene i vari siti italiani entrati in graduatoria, dove Frascati per l’appunto si è piazzato al primo posto davanti alla Cittadella della Ricerca (Brindisi) e Manoppello (Pescara), posizionate al secondo e terzo posto. Questo macchinario dovrà dare le spiegazioni scientifiche, ad un processo così complesso come è quello della fusione, è un progetto che è considerato l’anello di collegamento con i grandi progetti internazionali, come lo è ad esempio il reattore sperimentale Iter in costruzione in Francia.

I lavori dovrebbero partire entro Novembre 2018 e avere una durata complessiva di circa 7 anni, lavori che produrranno occupazione per 1500 persone, più altre 1000 stimate per l’indotto, insomma una nuova linfa vitale per la zona di Frascati e per la sua economia. I finanziamenti, come spesso accade sono un misto di pubblico e privato, spicca Eurofusion il consorzio europeo con 60 milioni,il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la ricerca con 40 milioni, il Ministero per lo Sviluppo economico con altri 40 milioni impegnati,ma solo a partire dal 2019. Gli altri finanziamenti arrivano, come siamo abituati sempre più spesso dalla Repubblica Popolare Cinese con 30 milioni, poi c’è la Regione Lazio con 25, infine Enea e altri partner per una quota di 50 milioni, il resto circa 250 milioni sono invece stanziati tramite un prestito dal BEI( Banca europea per gli investimenti). Insomma un progetto di spicco, ma soprattutto una possibilità di occupazione, di spinta economica e di prestigio internazionale per la Regione Lazio.

Domenico Corsetti

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