Giappone, 333 balene uccise nell’ultima caccia. Quando finirà questo massacro?

Giappone. 333 balene uccise, di cui 122 incinte e 114 cuccioli. “E’ parte del cosiddetto programma scientifico di caccia alle balene che ha l’obiettivo di acquisire dati sull’età, le dimensioni e le abitudini alimentari delle balenottere che nuotano tra l’Antartide e l’Australia”. Questa la giustificazione dei ricercatori giapponesi circa l’uccisione degli esemplari cuccioli. Ciò che lascia perplessi ambientalisti e non è il metodo attraverso il quale tutto ciò avviene. Per la caccia, infatti, vengono utilizzati arpioni con punte munite di granate esplosive. L’animale, in questo modo, muore sul colpo solamente dal 50 all’80% delle volte.  Crudele il destino di queste balene: una volta finite sulla nave dei ricercatori, viene loro estratto il contenuto dello stomaco “per stimare la composizione e il consumo delle prede in quanto lo spessore, il peso e la circonferenza del grasso sarebbero indispensabili per studiare le condizioni nutrizionali dell’animale”.

La controversia tra Giappone e Australia circa la caccia delle balene è di lunga durata. Il governo australiano ha, infatti, denunciato il Giappone alla Corte internazionale di giustizia per far sì che cessasse questa pratica entro la zona economica esclusiva dell’Australia. Il Giappone, però, ha ignorato la denuncia perché non ha riconosciuto la sovranità dell’Australia sulle acque prese in considerazione. E’ oramai opinione comune che la caccia alla balene non è giustificabile, come invece vorrebbero far crede i giapponesi,  in quanto le indagini non letali si dimostrano comunque sufficienti per la ricerca scientifica.

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