Assumi integratori o compri cibo per animali? Ti sarà capitato di leggere la scritta “a base di Omega 3” nelle etichette. Quegli Omega 3 possono derivare dal krill: un gamberetto che costituisce il cibo base delle balene e di altre specie, e che ora è diventato la preda preferita dai pescherecci in Antartico. Sottrarre cibo vitale a balene e pinguini per ricavarne integratori “a base di Omega 3” o per produrre mangimi. Ecco a che punto siamo arrivati seguendo la logica del profitto ad ogni costo. È per questo che stiamo chiedendo la creazione di un’area protetta nell’Oceano Antartico, dove i pescherecci non possano più saccheggiare il mare e mettere a rischio la sopravvivenza delle balene e delle altre specie.
La pesca al krill è un settore redditizio e in piena espansione nell’Oceano Antartico. I dati relativi al tracciamento dei pescherecci che pescano krill rivelano che alcuni tra questi si sono ancorati nei pressi di aree protette, oppure che hanno pescato nelle aree dove si alimentano pinguini e balene. Oltre agli scarsi standard dei pescherecci, ci sono poi altre attività, come il trasbordo delle catture (transhipment) a enormi navi frigorifero, che hanno un lungo record di violazioni: da carenze nella sicurezza a bordo a standard inaccettabili di protezione ambientale per gli sversamenti di reflui e oli. Insomma, l’industria della pesca al krill in Antartide si presenta con una faccia pulita, ma la realtà è diversa, alquanto torbida: è una lotta all’ultimo sangue per il cibo con specie che vivono in un’area incontaminata ma soggetta a pericolosi mutamenti. In tutto il mondo, oltre un milione di persone si sono unite a noi per chiedere di creare in Oceano Antartico un’area protetta in cui sia vietato l’accesso ai pescherecci. Adesso fai la tua scelta.