Il noto brand dei mobili ha mandato a casa una mamma con due figli, di cui uno disabile, scatenando una bufera mediatica senza precedenti. Secondo quanto riferito dalle parti sociali Ikea non avrebbe gradito la richiesta della donna di iniziare a lavorare dopo le 7. La mamma milanese, 39enne, essendo separata aveva difficoltà a organizzarsi e aveva chiesto al gruppo svedese di poter iniziare a lavorare più tardi. Ikea prima avrebbe accettato e poi invece avrebbe cambiato idea contestando l’orario che faceva prima (con inizio alle 9 di mattina) e che aveva adottato nel nuovo reparto.
La settimana scorsa è arrivato il licenziamento in tronco essendo venuto meno il rapporto di fiducia con la lavoratrice (che ha l’articolo 18) in due occasioni nella quali la donna si è presentata al lavoro in orari diversi da quello previsto. “Ikea dà un segnale a tutti: se non rispetti gli orari, te ne vai” sintetizza il segretario milanese della Filcams Cgil, Marco Beretta