Non mi ricordo se alla mia età c’erano cantanti tipo Sfera Ebbasta o la Dark Polo Gang. Mi ricordo però che in quel vecchio mangianastri della Aiwa che mi avevano regalato alla comunione sentivo sempre delle cassette che mi avevano registrato con i miei cantanti preferiti. Tra questi c’era proprio Pino Daniele. Insieme ovviamente a Jovanotti, ma anche a De André e De Gregori, era uno dei miei cantanti preferiti. Lo so, non sono cantanti da giovanissima, ma non ho mai amato un determinato tipo di musica. Mi ricordo ancora la prima volta che vidi Pino Daniele in concerto. Ero all’Aquila, alla scalinata di San Bernardino intatta e non danneggiata dal terremoto del 2009. Pino era vestito di bianco, un completo di lino estivo che non si conciliava con il clima rigido che si respirava all’Aquila quella sera per la Perdonanza. Queste canzoni mi hanno accompagnato per tutta l’adolescenza. Mi piaceva quel suo modo soave di cantare e quella musica così ritmica che quasi ti cullava. Non sono una musicista, non sono riuscita mai neanche a imparare le note per suonare il flauto a scuola. Però mi piace molto ascoltare la buona musica il concerto “Pino è” è stato sicuramente un grande mix di emozioni. Alcuni hanno raccontato in musica e in parole il loro rapporto con Pino Daniele. Altri forse hanno cercato semplicemente di dare il loro contributo, seppur apprezzabile, forse poco vicino alla musica di Pino Daniele.
Lo stadio San Paolo si è riempito all’inverosimile per quello che tutti hanno sempre considerato il loro figlio. Anche se subito dopo la sua morte ci sono state tensioni e polemiche “Pino è Napoli” e “Napoli è Pino”. E ieri sera il San Paolo era pieno proprio perché nessuno poteva mancare a quella grande festa in onore di Pino Daniele. Peccato per alcune canzoni che sono state completamente reinterpretate dagli artisti, ma forse proprio in quanto tali alcuni cantanti hanno tenuto a dare un loro impronta a dei testi e della musica e Pino Daniele aveva scritto anni e anni prima. Forse si è fatta sentire un po’ troppo l’assenza di un presentatore che facesse da collante tra una e l’altra interpretazione. Molto interessanti e piacevoli sono stati invece gli interventi dei comici e degli attori che hanno evidenziato vari aspetti dell’artista Pino Daniele oltre che dell’uomo. Jovanotti ed Eros Ramazzotti che con lui nel 1994 fecero un tour, forse sono stati più emozionati, toccante anche Giorgia che ha interpretato con lui diverse canzoni, ma anche De Gregori, Fiorella Mannoia, Elisa e Clementino. Mi è piaciuto un po’ meno, anche se altrettanto partecipata, l’interpretazione di alcune canzoni di Pino Daniele che hanno portato al San Paolo Biagio Antonacci, Giuliano dei Negramaro, ed Emma. Tutti gli introiti netti legati alla manifestazione saranno devoluti a progetti benefici di Pino Daniele Trust Onlus, di Open Onlus e di Save The Children.
Tirando le somme comunque la serata “Pino è” è stata la dimostrazione della grandezza di un’artista che se ne è andando prematuramente e ha lasciato un vuoto incolmabile. Pino infatti non era, anzi non è uno di quei cantanti che si è adeguato alle mode e ha proposto delle canzoni con l’intento di farle diventare subito dei tormentoni. Pino era un’artista e nelle sue canzoni trasmetteva le sue emozioni prima di tutto. Per questo “Pino è” è stato come sfogliare un album dei ricordi, un album dove puoi trovare il testo che ricorda la tua adolescenza, le parole legate al tuo primo amore e l’emozione di sentire ancora una canzone che sa a trasmetterti qualcosa.