Aveva ragione Alexandre Dumas padre nel dire che il legame del matrimonio è così pesante che si deve essere in due per portarlo, spesso in tre. I numeri parlano chiaro e non lasciano molto spazio ad interpretazioni personali. L’80% degli uomini italiani è pronto al tradimento e il 70% dei coniugati lo ha fatto almeno una volta. E come reagiscono le donne a questo stato di cose per nulla edificante? 8 donne su 10 non sono disposte a perdonare il tradimento del marito se questo diventa di pubblico dominio. A rivelarlo è un sondaggio promosso sul sito web www.Incontri-ExtraConiugali.com, secondo il quale il 78% delle donne non perdonerebbe mai un tradimento se questo diventasse fatto noto e addirittura ostentato, come spesso accade. Il 18% delle intervistate si dichiara capace di determinare con precisione il giorno in cui il marito le ha tradite. Come? Dal linguaggio corporale di lui (67%), dal fatto che il partner dedichi loro inaspettatamente troppa attenzione (22%) o dai regali estemporanei (11%). La tendenza a trascinare relazioni parallele negli uomini è decisamente più accentuata rispetto alle donne; il bisogno di moglie e amante, famiglia ufficiale e relazione clandestina, sembra essere una necessità dei tempi moderni. I maschietti sembrano quasi avere il bisogno di sentirsi buoni mariti, perché provvedono alla moglie non facendole mancare niente e intenzionati a non lasciarla per alcuna ragione al mondo riuscendo con sorprendente abilità a coltivare un certo senso del dovere che li tiene ancorati a casa. Ci sono uomini che arrivano ad amare profondamente la compagna, ma sono inconsciamente spaventati dall’intensità del legame, è il tradimento allora a garantire loro la distanza di sicurezza da un sentimento che temono possa renderli dipendenti, succubi della donna amata. Sesso e amore non sono per forza legati e spesso il partner adatto per fare sesso non ha obbligatoriamente capacità o voglia di costruire il futuro. Ma facendo sesso non si è più soli? E facendo all’amore non si è più insieme? Sembrano invece più inclini al proprio piacere, i maschi contemporanei, anziché alla condivisione, si preoccupano di ricevere, di sentire, di provare piacere, nell’immediatezza, qui e ora, anche senza preoccuparsi tanto di chi ci è a fianco che è spesso importante solo per soddisfarci. Il maschio moderno non ama il dialogo ma riesce perfettamente a portare avanti due monologhi. Gianluca Rubeo