“Più di 3 mila tori muoiono ritualmente nelle “plazas de toros” in Spagna in un anno e dozzine di toreri rischiano la loro vita più volte a settimana. Dei circa 125 toreri principali (dal 1700), 42 sono morti in arena. Quasi tutti i toreros sono trafitti dalle corna almeno una volta all’anno. Belmonte – uno dei toreri più famosi degli anni venti – fu trafitto più di 50 volte“. Dati impressionanti, dati che non hanno bisogno di parole perché si commentano da soli. Una strage crudele che include sia uomini che animali. Ma allora perché?
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Tante le leggende che girano attorno alla tradizionale uccisione dei tori in Spagna: essi rappresentano il male e devono essere eliminati, si tratta di feste che risalgono al tempo degli antichi giochi greci, etruschi e romani e quindi vanno protette con orgoglio e così via. Nonostante ciò, il destino dei tori è quello di essere maltrattati e torturati fino ad arrivare alla morte. Numerose sono le associazione che si stanno muovendo al fine di far abolire queste crudeli pratiche. Se un giorno si riuscirà a portare a termine questo obiettivo le irritanti immagini a cui oggi siamo costretti ad assistere rimarranno solamente un ricordo. Un doloroso e ingiustificato ricordo.
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