Sembra proprio non volere finire il periodo di magra per famiglie e imprese sul fronte economico, e le aspettative vanno disattese ogni giorno di più, anche se, a detta di molti osservatori, l’uscita dal tunnel sembra ormai vicina. Crollano gli acquisti in quasi tutti i settori, dalla spesa quotidiana all’abbigliamento, dalle auto agli immobili, dalle vacanze alla tecnologia. Le cattive notizie arrivano dall’Istat, che nel suo rapporto riferisce, con la freddezza dei numeri, che il potere di acquisto per i nuclei familiari italiani si è ridotto, dell’1,6% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al 2011. L’indice ha toccato il valore più basso degli ultimi dodici anni. Nei primi sei mesi del 2012, nei confronti dello stesso periodo del 2011, il potere d’acquisto ha registrato una flessione del 3,5%. Non va meglio per le imprese: il tasso di investimento delle società non finanziarie è risultato inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2011. Si tratta del valore più basso dal quarto trimestre 2009, quando si attestò al 20,7%. E ancora: dall’istituto di ricerca si apprende che nello stesso periodo il Pil è diminuito dello 0,8% in termini congiunturali e del 2,6% nei confronti del secondo trimestre del 2011. Bene il rapporto deficit/Pil pari al 2,8%, inferiore di 0,4 punti percentuali rispetto a quello registrato nel corrispondente trimestre del 2011. Stringere i denti ancora un po’ è la parola d’ordine e solo riacquistando fiducia si potrà seriamente sperare in una reale crescita del Paese, dell’Europa e di tutta l’economia globale. Gianluca Rubeo