La politica delle alleanze clandestine: il divorzio marzolino

Avete presente quando nei film ci sono dei personaggi che si tradiscono ma che non sono reciprocamente a conoscenza della cosa? Solo lo spettatore ha visto le mosse, sa quel che è accaduto, può immaginare davvero cosa accadrà. È ciò che sta da tempo succedendo, se non dall’inizio, nella coalizione di centrodestra, con la sola differenza che i tre protagonisti principali sono anche spettatori di questa messa in scena e sanno perfettamente a cosa andranno incontro. Siamo onesti: è più probabile che l’onorevole Brunetta riceva il Nobel per il savoir-faire che Berlusconi-Salvini-Meloni restino coalizzati dopo il 4 marzo. È così evidente che persino la Meloni si sforza di tenere assieme i lacci con proposte sempre meno saltuarie di iniziative condivise, per poi venire delusa sempre meno saltuariamente. Proprio come nei film, c’è una relazione clandestina (forse più di una: occhio a Salvini!) a cui uno dei personaggi non vuol rinunciare, perché si sa: nelle relazioni clandestine le regole del gioco si possono cambiare, soprattutto quelle che stanno strette. Galeotto fu il patto del Nazareno e chi lo scrisse. Forse che per Berlusconi anche Renzi sia nipote di Mubarak? Massimiliano Di Paolo

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