La quarta giornata di Campionato ci propone un tema ‘’vintage’’, viste le importanti vittorie delle squadre vestite di BiancoNero. Vince la solita Juve, e questa non è una notizia, ben più sorprendenti sono le vittorie di Siena in casa dell’Inter e dell’Udinese su un Milan allo sbando. A Torino la Juve, fatica a trovare la via del vantaggio, merito di un Chievo ben organizzato ma soprattutto di un Sorrentino quasi insuperabile. Ci vogliono 63 minuti per abbattere il fortino messo su da Di Carlo, quando Quagliarella gira al volo una palla nel cuore dell’area di rigore e porta in vantaggio la Juve, poco dopo è lo stesso attaccante partenopeo( in gol anche a Londra mercoledì) a mettere al sicuro il risultato con un sinistro dai 18 metri che fa secco Sorrentino. Juventus 2 Chievo 0. 12 punti,4 vittoria consecutiva e gli uomini di Conte provano la prima fuga stagionale. A Udine, gli uomini di Guidolin mettono ancora più in difficoltà il Milan, sempre alla ricerca di se stesso. In questo inizio di Campionato non sembra riuscire niente ai rossoneri; E dire che all’inizio il Milan aveva provato ad aggredire l’Udinese ma la pressione vivace e attiva non viene concretizzata e cosi gli uomini di Guidolin prendono coraggio, passano a una difesa a 4 per contrastare le folate di El Sharaawy e imbrigliano il buon Milan dei primi 20 minuti. Al 40imo l’Udinese passa. Ranegie sfrutta una pessima uscita di Abbiati e sulla torre di Benatia porta in vantaggio i friulani. Nel secondo tempo il Milan cerca di cambiare qualcosa, dentro Boateng fuori Ambrosini e inizialmente la mossa sembra premiare i rossoneri. Dopo 10 minuti della ripresa arriva il pareggio di El Sharaawy, il più attivo dei suoi, che fredda Brkic da 30 metri con una perfetta conclusione sotto la traversa. Immediata la risposta friulani, prima Di Natale a botta sicura trova Abbiati a dire di no ma dal calcio d’angolo che ne consegue Zapata mette giù Ranegie, l’arbitro fischia e Di Natale segna. Calcio di rigore per l’Udinese, Zapata espulso e tutti a protestare. Nei 20 minuti finali il nervosismo è fatale al Milan che si ritrova in 9 dopo l’espulsione per doppia ammonizione di Boaeteng. I rossoneri provano a gettare il cuore oltre l’ostacolo, ma l’Udinese gestisce bene il momento e ne viene fuori con 3 punti. Udinese 2 Milan 1. Se Atene piange Sparta non ride. L’altra metà di Milano, quella neroazzurra , vive l’ennesimo pomeriggio di passione, nel tentativo di sfatare il tabù del San Siro. La squadra di Stramaccioni crea molto nel primo tempo ma non è capace di sbloccare il risultato, la logica conseguenza è che il Siena prenda coraggio e si dimostri molto più propositiva nel secondo tempo. Al 73imo, la svolta, uno-due al limite dell’area e Vergassola trova il diagonale vincente. L’Inter nel tentativo di trovare il pareggio va ancora sotto al 92imo quando Valiani raccoglie un ottimo cross di Sestu e mette la palla dietro le spalle di Handanovic. Inter 0 Siena 2. Si fermano a 3 le vittorie consecutive di Napoli e Lazio. Il Napoli di scena a Catania non riesce a cogliere l’occasione di raggiungere la Juventus in cima alla classifica. Gli uomini di Mazzarri giocano tutta la partita in superiorità numerica ( Espulso Alvarez dopo 2 minuti del primo tempo) e sembrano cozzare tutta la partita contro il muro eretto dal Catania. Ci sarebbe spazio anche la beffa quando il Napoli sfinito dalle tante energie profuse, si scopre e Gomez prima trova un miracolo di De Sanctis e poi coglie la base del palo. Catania 0 Napoli 0.Per il Napoli il bicchiere è mezzo vuoto, per i padroni di casa sicuramente tutto pieno. A Roma anche la Lazio non riesce a fare sua la partita. Il tema della partita è chiaro fin dall’inizio: Lazio in attacco, Genoa che prova ripartenze in contropiede. Al’80imo quando i tifosi della biancocelesti cominciano a pensare che il pareggio pare sia ormai ineluttabile arriva la beffa, Borriello scatta sul filo del fuorigioco, si presenta davanti a Marchetti e fredda l’Olimpico. Lazio 0 Genoa 1. Tre punti per il Genoa che ottiene il massimo risultato con il minimo sforzo. Sugli altri campi si registrano la vittoria dell’Atalanta per 1-0 (gol di Raimondi) sul Palermo di Gasperini; il pareggio tra Parma-Fiorentina, ospiti in vantaggio con un grande gol di Roncaglia e raggiunti in Extremis su rigore da Valdes; altro pareggio viene da Genoa (a Bianchi risponde Pozzi, entrambi le realizzazioni dagli 11 metri) dove la Sampdoria trova un super Gillet che inchioda la partita sul pari; pari anche a Bologna dove il Pescara muove la classifica con un punto prezioso agguantato in 10 contro 11, al gol di Gilardino gli fa eco la bellissima punizione da 25 metri del baby Quintero. Nel finale da sottolineare il rigore tirato da Diamanti e parato da Pelizzoli, appena entrato in campo al posto di Caprari, in virtù dell’espulsione di Perin. Detto del calcio giocato, doverosa l’appendice sul Giallo della giornata, la partita tra Cagliari e Roma. La situazione è molto semplice e inspiegabilmente altrettanto chiacchierata. Da un anno a questa parte va avanti la guerra tra Cellino, presidente del Cagliari, e il Comune di Cagliari per dare una casa alla squadra sarda. Il Sant’Elia non è più agibile e i lavori per renderlo idoneo per una gara di Serie A non sembrano partire in seguito a mille cavilli giudiziari e responsabilità sui chi debba pagare questo ammodernamento dello Stadio, se il Comune o la società. Il risultato di questa situazione del tutto Italiana, è che il Cagliari per giocare le sue partite casalinghe vada a Trieste. Per la stagione 2012/2013 lo stadio scelto dalla dirigenza cagliaritana per disputare le partite è il “Is Arenas”. Peccato che l’impianto in questione non sia ancora pronto o, meglio, non rispetti ancora tutti i requisiti di sicurezza richiesti dalle autorità ai fini del corretto svolgimento delle competizioni in condizioni di sicurezza e rispetto dell’ordine pubblico. In virtù di tutto ciò, il prefetto ordina che la partita contro la Roma si svolga a porte chiuse, ma qui arriva il problema, il presidente Cellino, che da sempre fa fatica a riconoscere e/o rispettare la volontà delle autorità, per tutta risposta dirama un comunicato nel quale incita tutti i tifosi del Cagliari ad andare allo stadio. La risposta delle autorità non è tardata ad arrivare e in ottemperanza dei poteri a lei conferiti (In casi di questo tipo l’autorità pubblica può insindacabilmente decidere di non far disputare l’evento che si pensa possa creare situazioni di pericolo o, quanto meno, motivi di disagio) decide che Cagliari – Roma non si giocherà per «motivi di ordine pubblico». Nella mattinata di Domenica la Roma fa ritorno nella Capitale e sporge un reclamo per l’accaduto con relativa richiesta di partita vinta a tavolino. La giustizia sportiva(nel caso specifico l’art.17) parla chiaro e il giudice sportivo Tosel non può far altro che sentenziare la sconfitta a tavolino per 0-3. Insomma un’altra brutta figura del calcio made in Italy agli occhi delle altre nazioni e forse quando Zeman dice che “siamo in Italia. Solo qui possono succedere cose di questo tipo”, non ha tutti i torti.