Centinaia di anni a dibattere sulla superiorità intellettiva degli uomini, o se volete sulla stupidità delle donne, del gentil sesso, ed ecco la notizia che non ti aspetti: il QI delle donne supera, e di gran lunga, quello maschile, perché il cervello femminile si adatta meglio alle difficoltà della vita dei tempi moderni. E’ questo il risultato di una importante ricerca che non lascia spazio ad interpretazioni personali. Le donne avrebbero, stando agli ultimi studi, maggiore capacità di sopportazione del dolore, riflessi più veloci, maggiore creatività, così come la capacità di lavorare in “multitasking”: in poche parole, sono più intelligenti. I primi studi ebbero inizio circa 100 anni fa e solo adesso si è giunti a questa conclusione. E’ la scienza a porre fine al discettare sull’intelletto femminile. Il punteggio del quoziente intellettivo delle donne è superiore a quello degli uomini. Punto e basta. “La vita più complessa sfida il nostro cervello che si adatta ed aumenta le nostre capacità, e quello delle donne è cresciuto più in fretta“, ha spiegato al Sunday Times lo scienziato James Flynn, uno dei più grandi esperti di QI e colui che ha portato avanti lo studio. “Siamo solo all’inizio dell’effetto della modernità sulle donne, ha spiegato lo studioso, in passato erano più svantaggiate e restavano indietro nello sviluppo cognitivo che era facilmente concesso agli uomini.” E c’è di più, più alto è il QI meno le donne tendono a sposarsi. E se queste “single col cervello “ decidono di mettere comunque al mondo un figlio, è più probabile che sia femmina. C’è dunque il rischio concreto di andare verso un mondo femminista! Un mondo popolato e guidato dalle donne. Il sogno di ogni femminista pare destinato a diventare realtà, almeno stando alla lettura dei risultati di altri due studi, uno inglese e l’altro americano, che ipotizzano un lontano, ma neanche troppo, futuro popolato da donne. Sapete quale è il risultato? Un pianeta abitato da donne sempre più intelligenti, con gli uomini relegati al semplice ruolo di “riproduttori” passivi. L’apocalisse. Gianluca Rubeo