Ha preso il via stamane davanti al Tribunale nazionale FIGC il procedimento di giustizia sportiva che vede imputato Emanuele Calaiò con l’accusa di tentato illecito sportivo per alcuni messaggi spediti via whatsapp all’ex compagno di squadra Filippo De Col prima dell’incontro del 19 maggio scorso tra Spezia e Parma, un procedimento nel quale la società emiliana si trova coinvolta per questioni di responsabilità oggettiva. La procura federale ha rinnovato la richiesta di penalizzazione per il Parma che potrebbe veder minacciata la sua partecipazione alla prossima Serie A in caso tale sanzione venisse applicata alla stagione appena conclusa. Chiesti 4 anni di squalifica e 50.000 di ammenda invece per l’attaccante presunto responsabile del tentato illecito.
Il procuratore aggiunto Tornatore ha sottolineato nella dichiarazione di apertura del dibattimento come la Procura ritenga che ”la sanzione debba essere applicata alla stagione appena conclusa per essere afflittiva” precisando come, in subordine, se il Tribunale ritenesse opportuno irrogare la sanzione nel campionato tra poco ai blocchi di partenza “la richiesta di penalizzazione dovrebbe essere rimodulata a sei punti”. Immediata è arrivata la replica dell’avvocato Chiacchio, legale dei gialloblu, determinato ad evidenziare quanto tale richiesta sia “incomprensibile” stante la casistica analoga regolata nell’indagine “Dirty Soccer” per la querelle tra Paganese e Poggibonsi che aveva prodotto la richiesta di un solo punto di penalizzazione per le società, evidenziando, inoltre, come per le stesse sia “impossibile applicare controlli e contromisure sulla gestione di sms e messaggi WhatsApp da parte dei propri tesserati”. Accorata è stata invece la deposizione spontanea di Calaiò: “Ho passato un’estate infernale. Non sono mai stato coinvolto in nessuna questione illecita e non mi aspettavo neppure di arrivare in questa situazione per dei messaggi innocui, stupidi, scherzosi, che non avevano un secondo fine […] Sui giornali ogni giorno c’era la mia foto come se fossi un criminale: ho passato giorni a giustificarmi con i miei figli che sono grandi e questi giornali li leggono”.
Due considerazioni a latere. La prima meramente aritmetica: anche con due punti di penalizzazione che andassero ad affliggere la classifica di Serie B 2017/2018, il Parma manterrebbe il proprio diritto alla disputa dei playoff; cosa accadrebbe quindi? Si rigiocherebbero in fretta e furia gli incontri oppure si passerebbe un colpo di spugna sommario atto a spalancare le porte della massima serie al Palermo? In entrambi i casi saremmo al paradosso. In ultimo, non sarebbe ora di ridurre la discrezionalità requisitoria, procedimentale e sanzionatoria di una giustizia sportiva che assomiglia sempre più ad un tribunale speciale plenipotenziario ed autoreferenziale?
Antonio Rico