Libri&Dintorni: intervista a Simona Bosco

Ho conosciuto Simona Bosco attraverso Facebook, uno scambio garbato di messaggi e poi il suo romanzo d’esordio “Sofi” è arrivato a me. Una scrittura senza orpelli, semplice, diretta, bella, un romanzo intriso di emozioni e sentimenti, a volte anche contrastanti, ma vero e attualissimo. Simona Bosco è nata a Gallarate(Varese),si divide tra lavoro, famiglia, due bambini e le sue passioni, come la scrittura, che l’accompagna da quando era una ragazzina. “Sofi”( Book Sprint Edzioni) è il suo primo romanzo : Sofi incontra Alex dopo cinque anni dalla prematura scomparsa del marito, dopo essere rientrata in Italia da New York, dove aveva vissuto con lui e con le loro bambine. Se ne innamora perdutamente  e ignorando ogni logica di buonsenso, oltre ai dubbi più che circostanziati da parte della sua migliore amica, si butta a capofitto in questa storia d’amore che, purtroppo, dell’amore ha solo le parvenze. Alex, inizialmente premuroso, attento ed affidabile, rivelerà la sua vera natura molto presto, nel momento in cui tornerà alla luce una verità drammatica e scomoda, risalente ad undici anni prima, quando era uno stimato docente universitario, palesando a Sofi anche la verità sul presente, ben diverso da come lei lo aveva percepito. Alla luce di questo, tutto cambierà, soprattutto gli atteggiamenti di Alex che, a fronte dei conseguenti rifiuti perentori di Sofi, trasformeranno quella che lei immaginava come una bellissima storia d’amore, nel peggiore degli incubi che qualunque donna potrebbe vivere.

Simona Bosco ha accettato con entusiasmo la mia intervista per Trend&Moda.

Sofi è il tuo primo romanzo, come è nato ?

Sofi è nato per caso, senza premeditazione alcuna, dalla necessità oggettiva di dover osservare un lungo periodo di riposo dopo un problema di natura medica. Stare ferma, così come mi aveva indicato il chirurgo, sarebbe stato per me realmente traumatico, se non avessi trovato questo modo di trascorrere il tempo della convalescenza. Quando ho cominciato a scrivere Sofi non avevo l’ambizione di portare a termine un romanzo, né mi sarei certo aspettata di vederlo pubblicato nel giro di pochi mesi. Giorno dopo giorno, però, sentivo la storia avanzare dentro di me, ancora prima di poterla mettere nero su bianco; mi sono lasciata guidare da questa ispirazione per proseguire, malgrado le difficoltà oggettive relative alla stesura di ogni primo romanzo, ritrovandomi con mia grande sorpresa, dopo sole tre settimane, a scrivere la parola FINE di una narrazione di oltre quattrocento pagine.

Era una storia che avevi già in mente ?

No. Mi sono lasciata guidare dalle vicende di cronaca;la televisione accesa su un canale che stava trasmettendo, attraverso un notiziario, la storia dell’ennesimo femminicidio, ha fatto scattare la molla che mi ha spinta a cominciare la mia scrittura. Sofi nasce proprio dalla mia profonda indignazione per questa piaga che negli ultimi anni ha afflitto, e sta affliggendo, il nostro paese. Mi sono messa al computer con l’intento di scrivere solo qualche pensiero a riguardo ma dopo diverse ore ero ancora lì, china sulla tastiera, ed al posto di qualche pensiero erano già nati diversi personaggi che si stavano intersecando a formare la trama di un racconto vero e proprio. La storia di Sofi è cresciuta strada facendo, mi sono sempre lasciata guidare dall’ispirazione ed ogni volta che l’ho sentita, dentro di me, l’ho semplicemente espressa ed elaborata il più possibile, articolandola nella trama del libro, e nelle storie dei personaggi dei quali stavo costruendo vite immaginarie.

In questo tuo primo romanzo tocchi un argomento delicato come per esempio lo stalking, quale è il messaggio che vuoi far arrivare alle donne che lo leggono ?

Denunciare. Credo sia una scelta difficile, addirittura una lama a doppio taglio; ritengo che una donna vittima di stalking, spesso arrivi a perdere così tanta autostima da non ritenersi in grado di affrontare, in seguito, le conseguenze reali ed oggettive derivanti da una simile scelta. La denuncia però, a mio parere, resta l’unico modo valido per fermare le persecuzioni prima del punto di non ritorno. Chi è sottoposto a stalking viene isolato dagli amici e persino dai propri famigliari, prima dal persecutore che pretende di tenere tutto sotto controllo, e poi paradossalmente persino da sé stesso.Chi ne è vittima ad un certo punto si chiude letteralmente a riccio, proprio per evitare che altre persone vicine possano subire spiacevoli conseguenze. Questo è il primo segnale che dovrebbe far scattare un campanello d’allarme, eppure molte vittime spesso si illudono di poter risolvere le cose da sole, arrivando addirittura ad acconsentire alle richieste crescenti di chi impone la propria presenza in modo prepotente e imperativo. Ammettere di essere vittima di stalking è un passaggio fondamentale e doloroso, è una di quelle cose cui tutti sono messi di fronte quasi quotidianamente ormai, attraverso storie altrui,e di cui pensano “a me non succederà mai”.

La scrittura è un modo per elaborare le tue emozioni ?

Sicuramente, la scrittura è uno dei mezzi più potenti per trasformare i pensieri in parole. Mentre si scrive si è assolutamente sinceri con sé stessi e vengono fuori inevitabilmente anche le proprie fragilità. Per quanto, nel mio caso, io abbia scritto un’opera di fantasia, mi è stato inevitabile mettermi nei panni della vittima e provare a ragionare come avrebbe fatto lei, sia nel bene che nel male, per costruire una storia oggettivamente coerente.

C’è nella vita reale una persona che ti ha ispirato per tratteggiare la personalità della protagonista del tuo libro ?

La protagonista del mio libro, Sofi, è un personaggio di fantasia e di conseguenza non paragonabile a nessuno in particolare. Sofi è una donna simbolo, è tutte le donne che hanno vissuto, o stanno vivendo questo trauma. Porta di me i pensieri e le convinzioni, debolezze e fragilità che diventano, nel corso del romanzo, forza e determinazione.Ho  trasferito su Sofi i miei pensieri, al fine di far arrivare al lettore, come detto precedentemente, il mio pensiero in merito, ovvero l’importanza della denuncia formale e della reazione attiva, attraverso la forza della Giustizia e della Legge, nelle quali personalmente ho piena fiducia.

In questi giorni hai avuto un incontro con il pubblico, è stato emozionante ?

Sì. E’ stata una delle esperienze più emozionanti della mia vita. Il contatto con il pubblico ha una potenza straordinaria, capace di regalare sensazioni intense. E’ stata una giornata di confronto continuo con persone molto diverse, il mio libro è stato acquistato sia da donne che da uomini e tutti si sono dimostrati interessati all’argomento. Mi ha colpito particolarmente un lettore che, vedendomi impegnata, mi ha appositamente aspettato con estrema pazienza a lungo, perché desiderava sentire la storia del libro direttamente da me, condizione per lui sine qua non, prima di acquistarlo.

Sofi è il tuo libro d’esordio, cosa ti aspetti dal tuo romanzo ?

Si scrive innanzitutto per sé stessi. Scrivere è una forma di condivisione profonda verso l’esterno, anche quando, come nel caso di Sofi, il romanzo è un’opera di fantasia. Mi aspetto che mi aiuti a crescere interiormente e che mi regali soddisfazioni professionali. Spero inoltre che diventi, anche solo in minima parte, simbolo della lotta contro lo stalking e la violenza sulle donne.

Quali sono le tue letture preferite ?

Dipende dal momento di vita personale che sto attraversando, certamente posso dire con orgoglio di far parte di quella ormai ristretta cerchia di persone che legge tanto. Amo moltissimo le letture che parlano delle donne e del loro coraggio. Ho adorato Léonie di Sveva Casati Modignani e Il giardino dei segreti di Kate Morton, ma non disdegno libri di carattere completamente diverso, animati dal mistero. Leggo volentieri Dan Brown, Paula Hawkins, Alafair Burke, AmyGentry e Joel Dicker per esempio, e non mi è affatto dispiaciuta KoethiZan con il suo ultimo romanzo, La Devota. Tra i miei scrittori italiani preferiti ci sono Donato Carrisi e Giampiero Del Corno, con la sua serie noir che conta al momento sei romanzi, in aumento, che hanno riscosso notevole successo.

Sofi ha portato cambiamenti importanti nella tua vita ?

Si, moltissimi. Sofi mi ha insegnato il coraggio. Spesso si tace di fronte ad angherie ben inferiori a quelle che ha subìto lei, semplicemente per rispetto, per far calmare acque agitate o per educazione. Attraverso Sofi ho trovato una nuova dimensione di me stessa attraverso la quale parlare, esprimere la mia opinione o il mio disappunto. Mi ha trasformata radicalmente e profondamente e mi ha resa più forte e più consapevole di me stessa. Tutto ciò mi ha portata inevitabilmente a pormi, nei confronti del mondo e dei problemi che caratterizzano la mia vita, in un altro modo, senza anticipare le difficoltà e senza cercare soluzioni a problemi che non si sono ancora presentati. Mi ha insegnato che la vita accade giorno per giorno e soprattutto mi ha fatto scoprire di possedere una risorsa innata, la scrittura, che non avevo mai sospettato di avere, non in questi termini almeno.

Tre motivi per leggere Sofi …

E’ un romanzo che tratta temi delicati, gravi e purtroppo molto attuali. Potrebbe essere d’aiuto e di supporto a donne, e perché no anche a uomini, che stanno attraversando le medesime difficoltà.E’ un romanzo che sottolinea l’importanza della rete di protezione che ci viene offerta quotidianamente dalle persone della nostra vita, che spesso sottovalutiamo. Parla di famiglia, di amore, di vita, di morte, di perdizione e redenzione. E soprattutto sottolinea l’importanza della solidarietà femminile che quando si crea, costruisce una vera e propria barriera di protezione.

Grazie a Simona Bosco per l’intervista ! Alla prossima !

Roberta Maiolini

 

 

 

 

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