E’ il pastore che guida il gregge o sono le capre a condurlo sulla retta via? Un’ardua questione filosofica che non dovrei pormi in questo momento. In realtà non dovrei pensare a niente. Perché, contrariamente al senso più comune del termine, il nostro meditare oggi non significa riflettere ma svuotare la mente, abbandonarla. E le capre sono vere esperte di meditazione perché sono sempre nel presente; non pensano né al passato, né al futuro. Per questo dovremmo imparare a vivere come fanno loro. Potrebbe sembrare strano ma in realtà tutto ciò rientra in un’iniziativa che attualmente sta spopolando in California. Si tratta di un progetto di ricerca sulla vita sostenibile nei campi, ideato dalla pastorella Gloria che racconta: “organizzo passeggiate meditative con le capre. Ogni camminata costa circa 36 euro. Normalmente ricevo otto persone ogni fine settimana: cittadini entusiasti della vita campestre”. Il gruppo è formato da circa 38 capre (37 femmine e un maschio).
Ecco in cosa consiste la passeggiata: “prima di tutto si lascia il proprio telefono nella struttura in cui si viene ospitati per disconnettersi dal mondo virtuale, riconnettersi con la natura, con se stessi. Durante il percorso”, racconta Gloria, “è necessario concentrarsi sulle capre, su quello che fanno, su ciò che ascoltano e su ciò che vedono. Mangiano, ad esempio, con vera brama come se non credessero che i cespugli saranno ancora lì domani o dopodomani. Questo deve voler dire vivere nel presente. Una volta finito di camminare e meditare ci si siede insieme, si mangia e si commenta l’esperienza. Infine, si ritorna verso le proprie auto e si va incontro a quell’ansia che attende tutti davanti ai computer o sui divani di casa”.