Tanto tuonò, che piovve. Nella tarda serata italiana di ieri, direttamente dagli States, il board dell’equity found Elliot ha comunicato il passaggio della proprietà e del controllo della holding che detiene la maggioranza del capitale sociale del Milan – la famigerata “Rossoneri Sport Investment Lux” creata ad hoc per ultimare il trasferimento d’azienda dalle mani della famiglia Berlusconi a quelle della cordata cinese – a fondi sotto il controllo di Elliott che, sulla base dell’insolvenza di Yonghong Li generante il mancato rispetto delle proprie obbligazioni debitorie, ha proceduto ad escutere le garanzie sottoscritte al momento della concessione del prestito ponte di 320 milioni di Euro, erogato al medesimo imprenditore cinese nel momento della scalata societaria milanista.
Finisce così, dopo 450 giorni, l’era cinese del club ed i nodi connessi all’impianto economico-finanziario dell’intera operazione sono pertanto venuti al pettine. La nota diramata attorno alle 23 italiane di ieri, molto complessa ed estesa, porta la firma del CEO e fondatore di Elliott, Paul Singer, a testimonianza dell’elevato peso specifico che l’operazione riveste anche per il fondo americano che, ricordo, detiene e gestisce oltre 35 miliardi di dollari di assets in svariati rami azionari ed obbligazionari. Di grande interesse è il piano industriale illustrato nel comunicato che prevede innanzitutto un imminente aumento di capitale pari a 50 milioni di Euro, parte integrante di una strategia di stabilizzazione e consolidamento delle finanze del club, anche alla luce dei paletti imposti dal FFP Uefa. Al contrario di quanto ci si poteva aspettare, quindi, Elliott non si comporterà da battitore d’asta, essendo bensì determinato a strutturare un progetto di medio-lungo termine attorno al Milan. Lo stesso Singer sottolinea nella nota come “Elliott è impaziente di cimentarsi nella sfida di realizzare il potenziale del club e di restituirlo al pantheon dei top football club Europei al quale AC Milan appartiene di diritto” chiosando, infine, su quanto il direttivo del Fondo “crede fermamente che vi sia l’opportunità di creare valore su AC Milan”. Un cambio di prospettiva radicale dopo il navigare a vista vissuto sotto l’egida cinese: una direzione aziendale chiara, netta ed ambiziosa ma, allo stesso tempo, strutturata su quelle solide fondamenta finanziarie che difettavano palesemente in una gestione, la precedente, che definire avventuriera sarebbe eufemistico, stante l’assoluta carenza di solidità ormai definitivamente conclamata.
Nell’immediato vi sarà una piccola rivoluzione nel Cda, con i quattro membri cinesi che verranno certamente rimpiazzati. Un altro nodo da sciogliere sarà quello legato alla permanenza di Marco Fassone al vertice del medesimo consiglio d’amministrazione, coi nomi di Carnevali e Gandini in pole per rimpiazzarlo. Si prefigura certamente uno scenario interessante e sorprendente per certi versi che vedrà Elliott cimentarsi direttamente nella gestione del club, inserendosi in maniera prepotente in questo filone aziendale per la prima volta nella sua storia ultra quarantennale. Dopo la rivoluzione mediatica e tecnica portata nel calcio italiano dall’avvento di Cristiano Ronaldo, è obbligatorio raccogliere con ottimismo questa dichiarazione di intenti di Elliott che contribuirà certamente ad aumentare credibilità e appeal dell’intero movimento.
Antonio Rico