#MotoGPReport: le pagelle del Gran Premio di Germania

Riesce alla perfezione la “prova del nove” a Marquez che coglie l’ennesimo successo al Sachsenring allungando ulteriormente nel Mondiale. Completano il podio le due Yamaha ufficiali di Rossi e Viñales, primi degli umani. In difficoltà nella gestione delle gomme invece le rosse di Borgo Panigale che concludono un weekend abbastanza incolore.

 

MARQUEZ: 10. Ogni singola volta che ha corso su questo circuito, in ognuna delle tre categorie, ha vinto. Un dato statistico che non presta il fianco ad interpretazioni di sorta. Riesce a gestire il degrado delle coperture come nessuno: all’inizio sta a ruota dell’arrembante Lorenzo per poi, col passare dei giri, mettersi in proprio fino a dare la proverbiale frustata che lo porta in solitaria sotto la bandiera a scacchi. Sembra davvero essere tornati nel 2014, non c’è davvero storia.

BAUTISTA: 9. Che gara per il sempreverde ducatista! Il mezzo che guida non è decisamente di primo pelo ma nelle sue mani è un compasso e, stavolta, lo riesce a piazzare anche davanti alle due Desmosedici Factory. In tutti e trenta i giri non è mai domo: sorpassa il sorpassabile, stacca al limite e gestisce il degrado da manuale. Il 5° posto è strameritato.

ROSSI: 8,5. Tira fuori ogni millesimo da una Yamaha che sembra decisamente in risalita anche se palesemente deficitaria di motore rispetto alla Honda. La sua esperienza e la sua classe sono fondamentali nella gestione della gara, difficilissima per tutti. Caparbio, veloce e consistente, avesse qualche cavallo in più sarebbe l’unico in grado di mettere a repentaglio la dittatura del n°93.

VIÑALES: 8. Il suo ritorno in auge, dopo un inizio stagione da incubo, va di pari passo con la quadra che stanno trovando quelli della casa del doppio diapason sulla bizzosa M1. In partenza fatica sempre a trovare il ritmo e questo ne limita ampiamente le prospettive di vittoria ma, nel finale, è apparso davvero al suo meglio, producendosi in una rimonta perentoria che lo ha portato fino al podio.

PETRUCCI: 7. Soltanto l’impressionante remuntada di Viñales gli toglie la gioia dello champagne. Ha dimostrato grandissima velocità sul giro secco anche se, al solito, non capitalizza al meglio in gara. Protagonista vittorioso del duello “fratricida” tra le Ducati ufficiali, chiude al quarto posto un weekend comunque positivo.

BRADL: 6,5. Messo in sella all’ultimo secondo in sostituzione dell’infortunato Morbidelli, il tedesco ben figura dinanzi al suo pubblico per merito di una prestazione gagliarda che gli vale il 16° posto finale e la vittoria del confronto diretto col compagno di squadra Luthi.

LORENZO: 6. Avesse guidato sempre come da quando ha comunicato la separazione da Ducati probabilmente quella separazione non avrebbe mai voluto/dovuto comunicarla. Parte a razzo e prova a fare il ritmo; a metà gara, però, il primo cliff delle Michelin lo estromette dai giochi di vertice.

DOVIZIOSO: 5. Non trova il bandolo della matassa e, questo, accade da un pezzo ormai. Finisce ancora una volta dietro Lorenzo e conferma le difficoltà che sta trovando a livello di setting. Gara davvero incolore e corsa all’iride definitivamente sfumata.

IANNONE: 5. La sua gara finisce in curva 3 del primo giro quando, per evitare di essere travolto da una carambola, si vede catapultato nelle retrovie. Da lì, però, non batte un colpo e la gara si trascina così fino all’epilogo.

 

Antonio Rico

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