Sono nata il 21 a primavera… Buon compleanno, Alda Merini

Oggi Alda Merini, la “piccola ape furibonda” della poesia italiana, avrebbe compiuto 87 anni. “Rondine di una primavera sventata”, è nata a Milano il 21 marzo 1931, in coincidenza con la Giornata Mondiale della Poesia e con il primo giorno della stagione più verde. Le chiesero: “Per lei il compleanno è una data importante?”. Rispose: “Lo era, adesso non lo è più perché ho incontrato un sacco di ragazzi sciocchi che sono nati il 21 marzo e mi sono veramente cascate le ginocchia. Io nascerò un altro giorno”. E ancora: “Primavera è folle perché è scriteriata, perché è generosa. Però incontra anche il demonio. E io l’ho incontrato il demonio. Era il manicomio.” Perché per Alda, nuova Ofelia, i “fiori di poesia” sono sempre stati anche “fiori di follia”. Ma soprattutto di amore e di vita, di morte e di contraddizioni.

Poetessa precoce, iniziò a scrivere a quindici anni. Nel 1947 aveva già conosciuto alcuni dei più grandi nomi del panorama letterario italiano – da Giorgio Manganelli, il suo maestro di stile, a Giacinto Spagnoletti, il suo primo “scopritore” – ma in quello stesso anno iniziarono ad affiorare “le prime ombre della sua mente”. Dopo diverse pubblicazioni, di cui alcune ad opera di Salvatore Quasimodo, l’internamento manicomiale, durato dal ’65 al ’72, la fece piombare in un silenzio poetico che spezzerà solo nel 1979, con “La Terra Santa” (Premio Cittadella 1985). Dopo un altro periodo tremendo nell’ospedale psichiatrico di Taranto, dove si era trasferita assieme al secondo marito (il primo la lasciò vedova nel 1981), tornerà ad affermarsi decisamente sulla scena letteraria italiana negli anni ’90, diventando una figura quasi leggendaria: viveva assieme ai suoi gatti sui Navigli milanesi in stanze stracolme di libri, non rinunciava mai al rossetto rosso e ai suoi gioielli, fumava in continuazione sigarette. È stata candidata al Nobel per la Letteratura, ma a differenza dei suoi amici Montale e Quasimodo non l’ha mai vinto. “Non cercate di prendere i poeti” recita uno dei suoi aforismi più celebri “perché vi scapperanno tra le dita”. Alda ci è scappata via il 1 novembre del 2009, altra data simbolica: il giorno di Ognissanti. Ma con la primavera è nata, e con la sua folle primavera è sempre vissuta.

 

Sono nata il ventuno a primavera

ma non sapevo che nascere folle,

aprire le zolle

potesse scatenar tempesta.

Così Proserpina lieve

vede piovere sulle erbe,

sui grossi frumenti gentili

e piange sempre la sera.

Forse è la sua preghiera.

 

(Alda Merini – Vuoto d’amore, Einaudi 1991)

 

Francesca Trinchini

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